L’IMU violerebbe i principi della Costituzione

La nuova tassa sulla casa – l’IMU – potrebbe risultare incostituzionale, perché di fatto violerebbe alcuni principi importanti della Costituzione Italiana, come quelli contenuti negli articoli 23 e 53.

L’articolo 23 della Costituzione infatti dice che le prestazioni personali e patrimoniali possono essere imposte soltanto in base alla legge, mentre l’articolo 53 entra più nel vivo della questione, in quanto afferma che tutti devono pagare le tasse per finanziare le spese del Paese, ma sempre in base alla propria capacità contributiva e con criteri di progressività.

Ciò significa che un decreto non può assolutamente violare i principi della Legge Fondamentale dell’Italia, che è la Costituzione. L’Imu infatti dovrebbe essere pagata da tutti coloro che posseggono una casa o un immobile in generale e quindi non in base al reale guadagno di una persona. Ciò comporterebbe una grave infrazione dell’articolo della Costituzione Italiana, perché anche un disoccupato, nel caso in cui sia proprietario di una casa ereditata, dovrà pagare l’Imu. Questa tassa inoltre potrebbe essere considerata come una seconda tassazione sugli immobili già tassati, con criteri di progressività, dall’Irpef. Il gettito dell’Imu per i fabbricati rurali e i terreni inoltre non dovrebbe essere più alto delle stime fatte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Tutte queste problematiche sono state sollevate anche dal servizio studi della camera con il dossier sul decreto fiscale – d.l. n. 16/2012 – che da oggi sarà nel vivo dei lavori.

Il decreto scade il 2 maggio, quindi nel caso in cui saranno predisposte delle modifiche del testo, il Senato dovrà lavorare velocemente. Il tempo limite per presentare gli emendamenti parlamentari è le 16.00 di oggi pomeriggio, quindi nelle prossime ore potrebbero esserci delle novità.

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