Scandalo Lega: i dossier di Belsito e il dito medio di Bossi

Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, avrebbe dichiarato, di fronte ai pm della Procura di Milano, di aver comunicato a Umberto Bossi le principali spese della sua famiglia con i soldi del partito. Loquace, come sempre, la risposta di Bossi quando ieri i cronisti gli hanno chiesto cosa ne pensasse delle parole di Belsito: il senatur ha mostrato il dito medio. La sensazione è che il “classico” modo di fare di Bossi non convinca più nessuno.

Ieri, durante un suo comizio tenuto a Crema, Bossi è stato più volte interrotto da un gruppo di giovani che lo contestava. “Noi non veniamo da famiglie altolocate come molti di voi – ha detto Bossi rivolto ai contestatori – ma da famiglie popolari, quindi con mano pesante, all’occorrenza”. Sempre dopo la prima interruzione, Bossi ha proseguito dicendo: “State attenti che la Lega è popolare e non gli si può rompere i coglioni”. Dopo una seconda interruzione Bossi ha risposto ancora più pesantemente ai contestatori: “La Padania se ne fotte di questi quattro che non capiscono un cazzo. Io non vengo a infastidire… ma capisco che non capite un cazzo”.

Intanto si parla di nuovi dossier illegali posseduti da Belsito: non solo documenti riservati, foto e informazioni private per ricattare Maroni, ma anche per tenere sotto scacco altri uomini della Lega. La Dia sta continuando le indagini per reperire il materiale che era in possesso del tesoriere. Se l’esistenza di questi dossier verrà confermata, la Lega potrebbe subìre un colpo ancora più duro rispetto a quelo che ha incassato qualche mese fa, all’esplosione dello scandalo sui fondi di partito.

Infine, il Corriere della Sera scrive di un conto svizzero cifrato che Belsito avrebbe utilizzato per molti investimenti. Il conto sarebbe un deposito messo a disposizione da alcuni uomini che risultano essere emissari della ‘ndrangheta milanese. Il pm Giuseppe Lombardo è giù al lavoro per far luce sul legame fra l’ex tesoriere leghista e il gruppo criminale.

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