Green Hill: attivisti irrompono nell'allevamento e salvano circa trenta cani

Dal buio delle gabbie alla luce della libertà. Giornata importante quella di ieri per circa trenta beagle dell’allevamento bresciano Green Hill.

Sono le quattro del pomeriggio quando un gruppo di persone irrompe nell’allevamento di Montichiari raggirando il lungo cordone di polizia e scavalcando le recinzioni degli uffici della Marshall, la multinazionale proprietaria dell’allevamento.

In breve tempo gli attivisti sono di nuovo fuori e con loro dei meravigliosi cuccioli di beagle. La commozione dei manifestanti è alle stelle. Le mani alzate formano un tappeto pronto ad accogliere i cuccioli fatti oltrepassare al di sopra del filo spinato e via di corsa lontani, scappando tra le colline circostanti.

Molti i manifestanti che hanno provato ad entrare nella struttura, ma solo tredici ci sono riusciti e hanno tratto in salvo circa trenta cani, tra cui molti cuccioli e alcune fattrici.

Tra i cuccioli liberati il più grande aveva una lunga cicatrice sull’addome, la quale difficilmente può essere comparata a quella di una sterilizzazione, come conferma anche un veterinario presente tra i manifestanti.

Dodici le persone in stato di fermo. Si tratta di otto donne e quattro uomini, tra cui anche un minore denunciato a piede libero. I reati che vengono contestati sarebbero quelli di rapina, furto, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Molte associazioni e comitati contro Green Hill sono già in azione per sostenere e tutelare gli attivisti arrestati, mentre c’è ragion di credere che l’Asl si prenderà cura dei cuccioli prelevati dall’allevamento.

Significative anche le parole dell’ex ministro al turismo Michela Vittoria Brambilla, la quale prende le parti degli attivisti affermando che “ il gesto dei manifestanti dà la misura di quanto sia alto il livello di esasperazione dei cittadini, che non intendono più tollerare la presenza di tale vergognosa attività nel nostro paese. Le migliaia di persone – continua l’ex ministro – che da mesi hanno messo in campo ogni forma civile di protesta contro Green Hill, interpretano il sentimento di milioni di italiani: l’86% dei cittadini, infatti, è fortemente contrario alla vivisezione ed è ben noto che la parte più avanzata del mondo scientifico giudica tale pratica inutile e dannosa per la salute umana. Le persone arrestate sono mosse soltanto dal desiderio di salvare la vita alle migliaia di cagnolini che ogni anno muoiono tra atroci sofferenze sui tavoli dei laboratori di vivisezione di mezza Europa”.

“Poche volte nel nostro paese – sottolinea il ministro – la volontà popolare è stata espressa con tanta chiarezza e la politica ha il dovere di ascoltarla. Troppo tempo è passato e troppi animali sono morti. Gli italiani – conclude – non sono più disposti ad aspettare”.

La vivisezione resta uno dei peggiori crimini commessi dall’uomo nei confronti degli animali. Un crimine che si ripete ogni volta che un cucciolo di beagle viene allevato a Green Hill come nel mondo e destinato a una vita di sofferenze.

Opporsi alla vivisezione non è semplicemente un atto di sensibilità ma un obbligo per ogni persona civile.

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