Il governo chiede aiuto ai cittadini sulla “spending review” ma sul sito web c’è qualcosa di strano

Partirà a momenti il lavoro del commissario straordinario per la spending review, Enrico Bondi, che in appena 15 giorni dovrà presentare al Consiglio dei Ministri la prima roadmap fatta di tagli “ragionati” della spesa pubblica, con piena autonomia nei criteri di valutazione che porteranno a presentare delle relazioni mensili, ed avvalendosi all’occorrenza anche di un subcommissario per il complesso compito riordinare i “cordoni della borsa” di tutta la P.A. Il progetto infatti riguarderà “le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organismi, uffici, agenzie o soggetti pubblici comunque denominati, gli enti locali, nonché le amministrazioni regionali sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per le voci relative alla spesa sanitaria”, anche se il documento ufficiale che avvia lo studio specifica che rimarranno fuori la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale ed il Parlamento, a causa del loro ordinamento autonomo.

L’incarico assegnato a Bondi non durerà più di un anno, ed il suo compenso risulterà “non superiore a quella del dirigente generale della presidenza del consiglio dei ministri”, ma su quest’ultimo punto l’interrogativo permane, visto che il tecnico pare orientato a rifiutare qualunque pagamento, se non un semplice “rimborso spese”.

Il commissario avrà un potere da non sottovalutare, visto che le sue indicazioni saranno corredate da limiti temporali che in caso di mancato rispetto potranno comportare l’intervento d’autorità del governo (ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione) nei confronti delle amministrazioni inadempienti, esercitando poteri sostitutivi. Uno spauracchio non certo da poco per eventuali “allegre parrocchie” di cui le propaggini dello Stato sono probabilmente disseminate, a macchia di leopardo ed in tutta la penisola, tanto da giustificare quel malcelato nervosismo di alcune forze politiche nei confronti di questa iniziativa. In mezzo a tante novità, non ha mancato di destare curiosità l’appello esposto proprio sul sito del Governo Italiano, ben in evidenza e diretto a tutti i cittadini, che attraverso un apposito link “hanno la possibilità di dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili”. L’iniziativa appare di certo utile ed interessante, se non fosse per un piccolo particolare che i più non hanno osservato, ma che non è sfuggito al blog dell’imprendibile “Spider Truman”, il misterioso “precario” bastonatore dei politici di ogni ordine e grado che mesi fa apparve in rete tra scalpore e perplessità.

In breve, questo “form” presentato come utile ad inviare i suggerimenti per la spending review, ad una seconda analisi è coincidente con il classico modulo “contatti” che serve a comunicare di tutto e di più allo staff che gestisce il sito web del governo, e non ci vuole molto a sospettare che nel mare di segnalazioni quotidiane che si suppone arrivino, sarà molto complicato individuare, distinguere e valutare seriamente quelle dedicate alla spending review.

Forte della sua “scoperta” il sempre polemico ed impietoso Spider Truman conclude caustico: “Insomma, se alla presidenza del consiglio non trovano dieci minuti per strutturare un form on-line, figuriamoci se riusciranno mai a trovare qualcuno disposto a “perdere tempo” a leggere le domande (ops, le segnalazioni)”. Pur volendo esercitare una critica costruttiva, con spirito meno demolitore e più collaborativo, non si può non prendere atto di quello che appare uno strafalcione dovuto (forse) alla fretta di allestire l’iniziativa, e suggerire un rapido e semplice “ritocco”, magari un form secondario, che renda un tantino più credibile e, possibilmente, più efficace l’iniziativa di chiedere un contributo agli italiani.

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