In arrivo salario minimo per i co.co.pro. ma meno vincoli per partite Iva e tempo determinato

Rilevanti novità in vista per i lavoratori a progetto, che avranno diritto ad un salario base, definito “giusta retribuzione” e, dopo un periodo ponte di 3 anni che servirà ad assicurare alla legge una sufficiente copertura finanziaria, anche di un “mini Aspi” (indennità di disoccupazione) più congruo, tutto ciò secondo due degli emendamenti presentati oggi dagli stessi relatori del Ddl lavoro, in commissione al Senato. Maurizio Castro del Pdl e Tiziano Treu del Pd hanno presentato in tutto 16 proposte di modifica che, oltre ai temi succitati, riguardano anche la flessibilità in entrata ed in uscita.

Per i lavoratori a partita Iva ci sarà invece una modifica che non mancherà di far discutere: secondo un emendamento saranno considerate comunque “vere” quelle con un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro. Sopra questa soglia non ci saranno i presupposti per richiedere una conversione in collaborazione coordinata e continuativa.

Cambiamenti anche per quanto riguarda gli intervalli temporali tra successioni di contratti a tempo determinato, che scendono a 20 e 30 giorni rispetto ai 60 e ai 90 previsti dalla precedente bozza del ministro Elsa Fornero. L’assunzione a termine agevolata sarebbe prevista nei casi di “un processo organizzativo determinato, avvio di una nuova attività, lancio di un prodotto o di un servizio, rinnovo o proroga di una commessa consistente”. Insomma in questo caso un cambiamento che non dispiacerà certo agli imprenditori furbetti.

Per quanto riguarda la questione licenziamenti, al momento non risulterebbero ulteriori peggioramenti sull’articolo 18 (in attesa dell’eventuale emendamento governativo anticipato settimane fa da Castro) ma solo l’introduzione di una norma “antifrode” che servirà ad evitare che un lavoratore riesca, con qualche espediente, a sospendere l’efficacia della comunicazione un licenziamento disciplinare, magari utilizzando un periodo di malattia.

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