Le agenzie di rating nella bufera: per i Pm in atto cospirazioni per affossare l’Italia

La Procura di Trani ha appena chiuso le indagini sull’agenzia di rating Standard & Poor’s, indagata insieme a Fitch e Moody’s per i giudizi negativi dati sull’Italia e il conseguente crollo dei mercati. L’inchiesta sul comportamento anomalo delle agenzie era partita in seguito ad una denuncia di due associazioni dei consumatori, come ricordano i presidenti di Adusbef Elio Lannutti e di Federconsumatori Rosario Trefiletti, indagine che inizialmente riguardava solo Moody’s, in relazione ad unl report del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l’ Italia come “Paese a rischio”, ma estendendosi poi anche a S&P e Fitch.

Nell’avviso di conclusione indagini, il Pm contesta a S&P di aver posto in essere “una serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari”.

L’imputazione è quindi “manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata”, e nel procedimento verrà chiamata ad esprimersi anche la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), a cui nell’atto della Procura viene richiesto di valutare l’opportunità di continuare a far operare S&P in Italia. La Commissione a questo punto potrebbe persino decidere di costituirsi parte civile e/o mandare gli atti all’Esma (European Sales and Marketing Association) affinchè valuti a sua volta l’apertura di una indagine per quanto di sua competenza. Tra le valutazioni più sospette, ci sono quelle del 20 maggio e dell’ 1 luglio 2011, per colpa delle quali vi furono ingenti danni all’economia e l’immagine del nostro Paese. Come spiegano Lannutti e Trefiletti, nella prima data venne sostenuto che il debito sovrano dell’Italia era passato da “stabile a negativo”, valutazione venne puntualmente smentita dall’ex ministro Giulio Tremonti, ma ormai erano già andati in picchiata titoli azionari, obbligazioni e titoli di Stato. L’1 luglio arrivarono invece giudizi negativi di S&P sulla manovra finanziaria quando il testo della stessa non era ancora ufficializzato “determinando ulteriori turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato” come scrivono i giudici, ma anche il più recente declassamento dell’Italia del 13 gennaio scorso (da A a BBB+) è ritenuto dagli inquirenti “incongruo e incoerente”.

Oltre ai tecnici dell’agenzia, l’Adusbef riferisce che sono indagati anche l’ ex presidente e l’ attuale responsabile per l’ Europa, sempre citando il contenuto dell’atto conclusivo notificato dal nucleo di polizia tributaria di Bari agli uffici legali che hanno assunto l’incarico di difendere S&P.

In una nota, l’agenzia ha voluto commentare l’accaduto: “Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova. Continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni e la reputazione della società e delle nostre persone” mentre Adusbef e Federconsumatori dal canto loro hanno annunciato che si costituiranno parte civile nel processo “a nome di migliaia di risparmiatori frodati”.

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