3D printing e Intellectual Property: una relazione difficile

Il 3D printing è la nuova frontiera della stampa. Una tecnica senza precedenti, che consente la scansione e la riproduzione tridimensionale di qualsiasi oggetto. Un vero cambiamento di prospettiva e l’ingresso in una nuova era per numerosi professionisti, fra gli altri architetti e designer, ai quali questa tecnica può decisamente facilitare il lavoro. Allo stesso tempo, però, la stampa 3D è motivo di timori e perplessità, in particolar mondo riguardanti la tematica della proprietà intellettuale. E proprio della complicata relazione fra 3D printing e copyright, si è recentemente discusso durante l’Inside 3D Printing Conference a New York.

Ad intervenire numerosi esperti in materia, che hanno esposto il proprio punto di vista regalando anche spunti di riflessione importanti riguardo l’influenza della nuova tecnica di stampa sull’economia mondiale. Particolarmente negativa la prospettiva offerta da John Hornick, secondo il quale sarà praticamente impossibile garantire il rispetto della proprietà intellettuale. L’evoluzione, secondo l’avvocato, sarà molto simile a quella del download di musica e film: attraverso l’accesso a reti “pirata” peer-to-peer, infatti, chiunque sarà in grado di accedere ai file CAD di progettazione da utilizzare per il 3D printing. Il rischio potrebbe essere quindi quello di una “napsterizzazione” della stampa 3D, con un sempre maggior incremento dello scambio illegale di file.

Oltre ai pronostici negativi degli scettici, esistono però anche le opinioni positive di chi, come l’esperta di 3D printing e tecnologa Melba Kurman, crede che sia possibile evitare la nascita di un fitto mercato illegale, difendendo l’IP (Intellectual Property) con nuovi strumenti e leggi, di cui dovranno occuparsi le istituzioni, mediando fra le parti coinvolte. Le opportunità a livello commerciale e di profitto, infatti, sono tanto evidenti da non poter essere ignorate, soprattutto se si considera il notevole abbattimento dei costi che il 3D printing stimolerebbe.

Inoltre, la tecnologia di stampa 3D sta rapidamente migliorando in termini di qualità e costi. In un futuro non troppo lontano, quindi, l’acquisto di strumentazione per il 3D printing potrebbe diventare un’opzione destinata a un pubblico molto vasto, fatto non solo di imprese, ma anche di famiglie e ragazzi giovani.

Nel frattempo, le possibilità di personalizzazione offerte dalla nuova tecnica si sono già dimostrate la chiave per il successo di servizi commerciali come “D-Tech-Me”. Con il pagamento di 100 dollari, il servizio permette ai visitatori degli Hollywood Disney Studios di ottenere, attraverso un’analisi e una scansione del proprio corpo, un copia del proprio personaggio preferito del film Star Wars. In questo caso possiamo proprio dirlo: il 3D printing è una novità spaziale!

[Fonte: La Stampa]

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