Coppa America vela 2013: Incredibile Oracle, New Zealand superata 9 a 8

Spesso si abusa del termine “miracolo” sportivo, accostandolo a risultati difficili ma non completamente impossibili. La vittoria di Oracle nella Coppa America di vela, alla luce dell’andamento dei primi giorni di regate, è davvero degna di rientrare nella stretta cerchia delle imprese impensabili. L’imbarcazione del team di New Zealand sembrava destinata a un trionfo sul velluto, perchè l’8 a 1 di parziale dopo le prime nove regate non lasciava spiragli di rimonta agli americani (partiti con una penalizzazione di due punti a causa delle modifiche attuate nel corso delle World Series, che hanno visto anche Napoli tra le città ospitanti)

Il patron di Oracle Larry Ellison, per l’edizione di quest’anno, ha attuato (insieme a Russel Coutts) un completa rivoluzione tecnica puntando sui catamarani ultra tecnologici, capaci di sfrecciare anche a 50 nodi sulle acque della baia di San Francisco.

Proprio la velocità è stato il problema principale degli americani, che pian piano hanno risolto le traversie avuti nel corso delle prime gare grazie ad alcune modifiche tecniche. Ma la mossa che ha cambiato davvero l’ordine delle carte in tavola è stato il rientro come tattico di sir Ben Ainslie (nella foto in basso) al posto di John Kostecki, autore di un madornale errore in bolina già entrato di diritto nella storia della vela come “Kostecki Call”. Ainslie, pluricampione olimpico (cinque medaglie consecutive nelle ultime cinque olimpiadi, di cui quattro d’oro), ha affiancato il team leader James Spithill e grazie alla sua sagacia tattica ha contribuito in maniera determinante al miracolo a stelle e striscie.

A New Zealand sarebbe bastata solamente una vittoria, ma dopo ogni regata conclusa con gli avversari davanti le sicurezze dei “kiwi” e del loro leader Dean Barker sono andate scemando, fino all’imponderabile epilogo. Questa sconfitta, la terza consecutiva per l’equipaggio neozelandese nelle ultime tre edizioni della Coppa America, rappresenta un duro colpo per il paese simbolo della vela. Le aspettative erano alte, visto il facile successo in Vuitton, ma Barker al timone si è spento troppo presto e Ray Davies ha commesso diversi errori tattici, soprattutto nelle partenze e in bolina, dove i neozelandesi sono storicamente davanti a tutti.

Ben Ainslie

Oltre al mero aspetto sportivo, la sconfitta potrebbe avere conseguenze ben più gravi sulla partecipazione futura della Nuova Zelanda alla competizione. La Coppa America di vela senza i kiwi sarebbe come un mondiale di calcio senza Brasile, Germania e Italia, ma Grant Dalton (il marinaio manager che si è occupato del reperimento dei fondi necessari a sostenere la partecipazione di quest’anno) ha dichiarato di non avere più voglia di organizzare campagne di coppa. I costi sono notevolmente aumentati con il passaggio ai catamarani, sta agli americani decidere se continuare sulla strada intrapresa o fare un passo indietro per far si che la più antica competizione sportiva al mondo non diventi un affare solo per pochi miliardari.

[Foto: Zimbio.com]

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