Giornata in ricordo di Paolo Mantovani, cuore e storia della Sampdoria

La Sampdoria ricorda Paolo Mantovani a 20 anni dalla sua morte. Un presidente che ha segnato indelebilmente il cuore di tutti i tifosi blucerchiati, grazie ai risultati ottenuti sul campo e alla signorilità da uomo di altri tempi. Ieri pomeriggio, in un palazzo Ducale affollato di tifosi blucerchiati, si è tenuto il Memorial Day dedicato al patron della grande Samp, portata al vertice grazie al mix di giovani talenti e campioni affermati. Molti di loro ieri erano presenti all’evento. Vialli e Mancini (quest’ultimo venuto a posta dalla Turchia), insieme agli altri, hanno ricordato la figura di un presidente che loro consideravano un secondo padre, sempre pronto a incoraggiare i propri giocatori e a farli sentire (come affermato proprio da Vialli) i più forti del mondo.

Il 14 ottobre di venti anni fa Paolo Mantovani viene ricoverato in seguito ad un infarto, da cui sfortunatamente non uscirà vivo. Da quel momento si apre un solco nel cuore dei tifosi, grande come la Sampdoria che solo lui seppe costruire, un abisso che tuttora è presente.

Paolo, che di mestiere faceva il petroliere, entrò a far parte della Sampdoria in qualità di addetto stampa. Col passare del tempo, si accorse che dentro di lui stava nascendo una passione per quei colori e per quella gente che, sia in caso di vittoria che in caso di sconfitta, era sempre pronta a cantare. Decise di sfruttare il proprio potenziale economico per acquistare la società genovese, con l’obiettivo di renderla una squadra di vertice in Europa.

Furono anni gloriosi, scritti nel vissuto del club blucerchiato e la cui storia si tramanda di generazione in generazione. Ereditata la Sampdoria dalla B, Mantovani la portò nella massima serie, accompagnando alla promozione l’acquisto di Trevor Francis, che aveva appena vinto la Champions League con il Nottingham (per intendersi, sarebbe come se l’Hellas prendesse Mandzukic dal Bayern). Trevor non fu l’unico acquisto messo a segno dal nuovo presidente, conosciuto dagli intenditori di calcio per signorilità e sagacia. Egli fu in grado di scovare talenti del calibro di Mancini, Vialli, Vierchowod, Pellegrini, Lombardo e Pari, che lo hanno sempre considerato un padre. A giovani di ottima prospettiva seppe poi affiancare acquisti di livello assoluto come Souness, Cerezo, Pagliuca, Brady e molti altri.

Sotto un entusiasmo mai visto prima, in casa blucerchiata arrivano i primi trofei. Le quattro Coppe Italia dell’84/85, dell’87/88, dell’88/89 e ’93/94, una Coppa delle Coppe nella stagione 89/90, un campionato di Serie A nel 90/91 e una finale persa a Wembley contro il Barcellona a causa di un’ingiustizia arbitrale.

Tutto ciò è necessario per capire come mai Paolo Mantovani sia ancora tanto amato dalla Sampdoria e dai suoi sostenitori, che anche nei periodi peggiori riescono a ricordare il loro immenso presidente.

Impostazioni privacy