Dal doppio turno di coalizione al Mattarellum. Ecco come potrebbe cambiare il nostro sistema elettorale

La riforma della legge elettorale è uno dei temi centrali della politica italiana. Una riforma non più rinviabile, soprattutto per chi alle prossime elezioni politiche non vuole più ritrovarsi un parlamento senza maggioranza e un governo messo in piedi da personalità in netto contrasto tra loro. Tutti i principali partiti in campo sono d’accordo sull’abrogazione del Porcellum, la legge vigente, ma non hanno ancora trovato un’intesa che porti ad una proposta condivisa. Anzi. Ogni partito sembra arroccato sulle sue convinzioni e proposte. Il PD che propone un doppio turno di coalizione ma che al proprio interno cova ancora molte divisioni, il M5S che lancia una propria proposta da sottoporre alla rete e il PDL-Forza Italia, che al momento sembra molto preso dalla questione interna e dalla spaccatura maturata poche ore fa. Tra i partiti più piccoli, invece, c’è chi si allinea alle proposte appena elencate e chi propone modifiche all’attuale legge. Ma analizziamo più nel dettaglio le proposte dei partiti.

Doppio turno di coalizione. Presentata dal Partito Democratico, al momento sembra essere la proposta al centro dell’attenzione parlamentare. Bocciata pochi giorni fa in Commissione Affari Costituzionali del Senato, si avvicina al sistema francese. In realtà è un mix tra il sistema maggioritario e quello proporzionale. Con questa legge l’assegnazione dei seggi parlamentari può avvenire mediante tre canali: il 70% dei seggi è assegnato attraverso collegi uninominali maggioritari, il 28% dei seggi attraverso il sistema proporzionale, su base circoscrizionale, e il restante 2% (diritto di tribuna) di compensazione sempre con metodo proporzionale.

Per quanto riguarda la quota del 70% assegnata con il sistema maggioritario a doppio turno, la proposta prevede che è eletto al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti (50+1). Se nessun candidato riuscisse ad ottenere la maggioranza assoluta al primo turno, allora si procede con il secondo turno, al quale possono partecipare tutti i candidati che hanno ottenuto almeno il 10% dei voti. Al secondo turno è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti (maggioranza relativa).

La quota del 28% è assegnata con il sistema proporzionale su base regionale, secondo le attuali circoscrizioni. Per ciascun partito è previsto lo scorporo dei voti ottenuti al primo turno dei candidati eletti nei collegi uninominali, sia che l’elezione abbia avuto luogo nel primo turno, sia che abbia avuto luogo nel secondo turno. All’assegnazione di questi seggi concorrono soltanto le liste che superano una soglia di sbarramento pari al 5%.

Infine la quota del 2% è assegnata con il sistema proporzionale ai partiti che non sono riusciti ad eleggere candidati né nei collegi uninominali né nelle circoscrizioni regionali.

Questo è il sistema di assegnazione dei seggi alla Camera dei Deputati. Per quanto riguarda il Senato invece il 70% dei seggi è assegnato mediante collegi uninominali e il restante 30% con il proporzionale su base circoscrizionale.

Ritorno al Mattarellum. Ipotesi che sta acquisendo molti consensi negli ultimi giorni. Anche questa legge si caratterizza per essere un sistema misto tra il maggioritario e il proporzionale: il 75% dei seggi è assegnato attraverso collegi uninominali e il restante 25% con la formula del proporzionale, quote uguali sia alla Camera che al Senato. Per quanto riguarda la porzione di maggioritario, è eletto il candidato che ottiene la maggioranza relativa. Quindi la contesa è a turno unico, a differenza del doppio turno.

Il 25% dei seggi è assegnato con la formula del proporzionale, ma con alcune differenze tra Camera e Senato. Alla Camera, infatti, hanno diritto di accedere alla suddivisione dei seggi proporzionali solo le liste che superano una soglia di sbarramento del 4% e la suddivisione dei seggi avviene fondamentalmente con il metodo dello scorporo, per garantire rappresentatività anche ai partiti danneggiati dal maggioritario uninominale. Al Senato invece i seggi proporzionali sono assegnati su base regionale. In ogni singola regione vengono sommati i voti di tutti i candidati uninominali perdenti collocati in un gruppo regionale, per poi assegnare i seggi ai candidati che ottengono le migliori percentuali elettorali. Inoltre, la quota proporzionale è regolata da liste bloccate senza la possibilità di esprimere preferenze.

Proporzionale. Questa è la riforma presentata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Si tratta fondamentalmente di una legge elettorale proporzionale. Adesso la proposta è al vaglio della rete per essere discussa e migliorata. Il progetto di legge prevede circoscrizioni piccole, su base provinciale e nessuna soglia di sbarramento. Inoltre dovrebbe essere eliminato anche il premio di maggioranza, ritenuto uno degli aspetti peggiori del Porcellum. Oltre a ciò, ci sarà la possibilità per l’elettore di esprimere la propria preferenza, di votare anche candidati appartenenti ad un’altra lista o di escludere un altro candidato (preferenze esprimibili segnando il simbolo + o – accanto al nome dei candidati). Per la ripartizione dei seggi la formula proporzionale si baserà sul metodo d’Hont e non più su quello dei quozienti alti.

Queste le principali proposte in campo. Staremo a vedere quale di queste riuscirà ad imporsi e se i partiti riusciranno a trovare un punto di incontro per una riforma così importante.

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