Contagio degli ulivi, a rischio gli alberi di tutta Europa

Gli ulivi pugliesi sono malati. Colpiti dalla Xylella Fastidiosa, un batterio che sta facendo strage di alberi nel Salento e che si manifesta con un improvviso essiccamento della pianta.
Un patogeno da quarantena, molto pericoloso, la cui presenza viene segnalata oggi per la prima volta in Europa da quando, sul finire del 1800 venne isolato nel sud della California“, ha spiegato Vincenzo Parisi, tecnico agronomo del Codile, il Consorzio di difesa delle produzioni intensive della provincia di Lecce. Il batterio viene trasmesso alle piante attraverso le punture di un insetto che non è stato ancora identificato, ma non è ancora chiaro se ci siano anche eventuali concause come piante debilitate o colpite da fitopatie precedenti.

L’assessore regionale della Puglia alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, riferisce che stando ai rilievi condotti dai tecnici dell’Osservatorio fitosanitario regionale su 150 campioni di ulivi, viti e altre piante spontanee prelevate nel triangolo di possibile contagio, l’area dell’infezione sarebbe contenuta in una porzione abbastanza circoscritta della provincia di Lecce, a ridosso della costa jonica. Le vicine aree delle province di Brindisi e Taranto e tutta la fascia adriatica del leccese intorno ad Otranto non presenterebbero segni di contaminazione.

Per esaminare il fenomeno che sta colpendo gli uliveti pugliesi è stato convocato addirittura un esperto americano, lo studioso entomologo Rodrigo Almeida, dell’Università di Berkeley, considerato uno dei maggiori esperti al mondo di questo batterio.
A breve scatterà anche lo “stop alla movimentazione vegetale”. Molte specie di piante dei vivai salentini non potranno oltrepassare i confini della provincia di Lecce. Insomma, un duro colpo anche per una economia che trova proprio nel commercio di piante uno dei propri settori più produttivi.

Sebbene sia stato chiarito che il batterio non è pericoloso per l’uomo e dunque non c’è alcun problema per la vendita e il consumo di olive e di olio pugliesi, a rischio c’è la futura produzione di olio: “Le piante che sono state colpite sono condannate. Anche se alcune hanno ancora prodotto quest’anno, il prossimo non produrranno. E se l’epidemia si diffonde altre piante si ammaleranno e quindi la produzione dell’olio calerà”, ha spiegato Giovanni Martelli, fitopatologo e professore emerito dell’Università di Bari.
Al momento sono circa 6 mila gli alberi a rischio e tra le ipotesi per arginare il contagio c’è anche lo sradicamento. La sorte è già segnata per gli ulivi in completo disseccamento, che saranno estirpati e bruciati in loco.

Per far fronte a questa emergenza, che rischia di decimare l’albero simbolo della Puglia, il ministero delle Politiche agricole ha destinato 2 milioni di euro, fuori dal patto di stabilità, all’assessorato regionale all’Agricoltura e nei giorni scorsi alcuni parlamentari pugliesi hanno presentato emendamenti alla Legge di stabilità per ottenere risorse, pari a circa 10 milioni di euro, da destinare alla prevenzione, al controllo e alla eradicazione degli agenti responsabili dell’epidemia di ulivi.
Secondo il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, la prima tranche di fondi servirà a varare “tempestive azioni di pulizia dei canali e fossi al fine di distruggere gli insetti vettori del batterio”.

Da più parti, tuttavia, arrivano richiami contro il “clima terroristico” che si starebbe fomentando, dato che, come sostiene l’Accademia dei Georgofili di Firenzenon vi sono al momento elementi che facciano ritenere X. fastidiosa come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe”.

Martedì, intanto, un incontro in videoconferenza con Bruxelles tra l’Assessore regionale Nardoni e i componenti della Commissione Europea direzione generale per la salute e i consumatori. L’Europa era stata fortunata fino ad oggi, dato negli anni c’erano state segnalazioni di contagio da Xylella in Kosovo ed in Turchia, dove però la malattia non si era radicata e diffusa come sta succedendo in Salento.

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