Pd, ultimatum a Letta: “O si cambia o si muore”

Non c’è più tempo per le figuracce e i rinvii. Serve una svolta, e serve subito. Questo, in sintesi, l’ultimatum lanciato dal Pd al governo. Un messaggio forte e fin troppo chiaro, che agita Letta e lo spinge pericolosamente di fronte a un bivio: il cambiamento, oppure le elezioni.

Questo Pd, con le grandi speranze che suscita; l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità, non possono permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco: o si cambia radicalmente o si muore”. Così Davide Faraone, responsabile welfare del partito.

Il deputato siciliano affida a Facebook il suo pensiero. “Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il paese” scrive, “al governo e in parlamento c’è chi brucia tutto. Così non va”. Dalla Legge di stabilità, definita “di galleggiamento”, e dunque considerata insufficiente in ottica futura, all’emendamento “porcata” sulle slot machine: pecche tutt’altro che trascurabili, che in futuro non potranno più essere tollerate.

Sotto accusa anche il decreto milleproroghe. “Si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono. Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord” aggiunge Faraone, che conclude: “E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcun strategia, con il solo obiettivo di non perderli. O ancora le deroghe al patto di Stabilità per Comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i Comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”. D’accordo il senatore democratico Andrea Marcucci, che twitta: “Prima c’era Berlusconi, e il governo non poteva fare molto. Ora non c’è più Berlusconi e il governo continua a non fare molto”.

Il premier, che intanto ha ottenuto lo sblocco di 6 miliardi di fondi Ue destinati alla crescita e all’occupazione, promette un cambio di passo e nuove misure per “dare fiato” all’economia. Ma difficilmente il Pd si accontenterà di questo. Renzi per ora rimane silenzioso, chiuso tra le mura di Palazzo Vecchio, ma i suoi si stanno muovendo e il pressing sull’Esecutivo è destinato ad aumentare. Riforma elettorale, abolizione del Senato, piano per il lavoro e provvedimenti per la cultura le priorità da affrontare, senza rimandare e soprattutto senza fare altri passi falsi. Altrimenti Letta potrebbe davvero avere le ore contate.

Polemica l’opposizione. Per il segretario leghista Salvini, che invoca una ribellione fiscale, il milleproroghe “è una schifezza” e “prende in giro i sindaci di tutta Italia”. Dura anche Forza Italia. “Letta ammetta che il governo non ha più rotta ma annega nel caos” dice Gasparri, mentre Brunetta chiede al presidente Napolitano di vigilare perché il mille proroghe “non riproduca norme contenute nel dl Salva Roma”.

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