‘La gente che sta bene’ (ai tempi della crisi)

In tempi di difficoltà economica/sociale può essere spontaneo domandarsi chi sia, effettivamente, ‘la gente che sta bene’. Etichetta che sembra evocare un quadro idilliaco fatto di belle macchine, lusso e ricevimenti esclusivi. In pratica, una delizia riservata a pochi eletti. Ma che succederebbe se uno di questi pochi fosse costretto a scendere da quel piedistallo di sicurezza economica data per scontata giorno per giorno e ritenuta inattaccabile?

Era il 2007 quando Federico Baccomo, allora ex avvocato per uno studio legale internazionale di Milano, aprendo un blog sotto lo pseudonimo Duchesne decide di diventare anonimo ‘cantore’ dell’umanità di cui lui stesso aveva fatto parte. La quotidianità apparentemente perfetta quanto nevrotica degli avvocati d’affari, trattata con sottile ironia e arguzia. Tale è l’interesse suscitato dal sito che Studio illegale (Marsilio), il romanzo nato successivamente dal blog, risulta uno dei maggiori esordi letterari del 2009, con ben 50000 libri venduti. Fatto che, tra l’altro, conferma ulteriormente la fortuna riscossa dalla categoria avvocatesca nella narrativa: basti pensare alle tragicomiche vicende del Vincenzo Malinconico di De Silva.

Ma se in Studio illegale l’attenzione era concentrata sugli alti e bassi lavorativi del giovane Andrea Campi, uno degli avvocati dello studio legale Flacker Grunthurst and Kropper, La gente che sta bene (Sellerio) cambia punto di vista. La prospettiva offerta da Baccomo nel suo secondo romanzo è quella del capo di Andrea, il presuntuoso Giuseppe Sobreroni. Emblema più che azzeccato di quella fetta di società che fa del denaro e del lusso l’unico (e superficiale) valore.

A Claudio Bisio, nella trasposizione cinematografica del libro, il compito di interpretare questa figura protagonista di una parabola discendente dai piani alti della scala sociale. Un personaggio figlio del benessere conquistato e che, come tale, ne incarna lo sprezzante cinismo. Oppure, per dirla con le parole dell’ex conduttore di Zelig, “un narcisista, un mezzo bastardo che sguazza nel carrierismo più spinto ma finisce in crisi, preda delle sue fragilità. Una bella parte”. Diretta da Claudio Patierno, la commedia comprende nel cast anche Diego Abatantuono (già accanto a Bisio nel film natalizio “Indovina chi viene a Natale?”), Margherita Buy e Jennipher Rodriguez.

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