Super Bowl XLVIII: il caso ‘Metlife Stadium’

Nell’articolo di presentazione del Super Bowl XLVIII avevamo parlato del fatto che questa fosse la prima finale NFL a giocarsi in uno stadio aperto ed in uno stato dell’America caratterizzato dalle temperature rigide. Quella di disputare la finale a New York, o per meglio dire ad East Rutherford nel New Jersey, li dove si colloca il Metlife Stadium, è una scelta tutt’altro che casuale ma che è estremamente difficile da motivare. Cerchiamo quindi di ricostruire il dibattito che da quel momento in poi si è generato.

Era l’Ottobre del 2013 quando per la prima volta la notizia venne resa pubblica dalla NFL: lo stadio condiviso dai Giants e dai Jets era stato preferito al Raymond James Stadium di Tampa Bay e al Sun Life Stadium di Miami come sede per la finale 2014.

Pochi giorni dopo, la rivista Farmers Almanac’s pubblicava la notizia che in concomitanza con il calcio di inizio del Super Bowl una tempesta di neve si sarebbe abbattuta sullo stadio del Jersey. Il periodico meteorologico, famoso per centrare previsioni a lunga distanza, è stato il pretesto per far scatenare i media sull’argomento.

La prima ad occuparsi della vicenda, con toni molto ironici, fu la ESPN nella persona di Rick Reilly. Con un’ironico “video denuncia” sulla follia di giocare un Super Bowl in quelle condizioni atmosferiche, Reilly invitò anche altri colleghi a dare rilevanza al fatto.

Ad accogliere l’invito fu Terry Bradshaw, analista della FOX ed ex giocatore dei Pittsbourgh Steelers, il quale su WFNA (canale radio della CBS) si oppose fortemente alla scelta di giocare in condizioni climatiche atmosferiche che avrebbero potuto compromettere fortemente l’incontro, qualora a giocarsi il titolo fossero state due squadre forti negli schemi di lancio.

Rimbalzando così da un network all’altro, la polemica si espanse rapidamente finendo per chiamare in causa anche alcuni giocatori. Tra le opinioni di questi ultimi, a distanza di mesi appare rilevante riportare quella di uno dei protagonisti di questi playoff e contendente al titolo: Richard Sherman.

Il giocatore di difesa dei Seattle Seahawks, che al termine della semifinale vinta contro San Francisco è stato protagonista di un siparietto davvero singolare, si è dichiarato fortemente contrario alla decisione della NFL sostenendo che «è responsabilità della lega il mostrare al suo pubblico il miglior prodotto possibile, e ciò non può accadere nella neve».

Non che le finali sotto la neve siano mancate in passato, ma è questa la ragione per cui fino ad oggi si era preferito assegnare l’organizzazione del Super Bowl a stati dalla temperatura mite o estiva; se ne faceva una questione di godimento del match ed in secondo luogo un discorso di infortuni che, la statistica evidenzia, nei campi innevati aumentano sostanziosamente. 


Cerchiamo però di fare il punto della situazione: non esiste nessun regolamento che obblighi la lega ad optare per l’assegnazione del Super Bowl a stati con le caratteristiche che abbiamo sopra descritto. Anzi, considerando il tipo di masse che un simile evento muove, la decisione di turnare le location non può che apparire coerente con una questione di “pari opportunità”.

Ma allora, escluso il fattore meteo, a cosa è dovuta tutta questa animosità verso la faccenda? Semplice: da una contraddizione enorme che la NFL stessa ha creato. Infatti, nonostante avesse già ospitato dieci Super Bowl, «lo stadio dei Miami Dolphins non è provvisto di un tetto» e, poiché Miami è spesso vittima di intense piogge tropicali, non si può rischiare che le condizioni meteo compromettano l’incontro. 

Una motivazione assurda, quella della NFL. Il che non lascia mistero allo scalpore generale di cui raccontiamo.

Preso atto della pessima figura, il 18 Dicembre 2013 la NFL ha dichiarato che qualora fosse confermato che la tempesta si abbatterà veramente sullo stadio all’inizio del match, rendendone impossibile lo svolgimento, allora la partita sarà spostata al sabato precedente o al lunedì/martedì successivo alla partita.

Attualmente sono previsti -12 gradi centigradi per la notte del 2 Febbraio e mentre noi speriamo che la partita sia una delle più belle di sempre, è lecito pensare che qualcuno, da qualche parte, stia sperando che la National Football League possa fare una figuraccia.

Impostazioni privacy