Nanga Parbat: due alpinisti italiani ritentano l’impresa invernale

Le spedizioni sono diverse, ma l’obiettivo è uno solo: scalare il Nanga Parbat per la prima volta d’inverno. Simone Moro e Daniele Nardi hanno voluto riprendere in mano i fili del loro sogno, confrontandosi nuovamente con l’unico ottomila, oltre al K2, rimasto inviolato nella stagione più fredda. Moro è partito il 27 dicembre per il Karakorum, si trova a 7000m e lunedì 10 febbraio con il compagno di scalata, il tedesco David Goettler, tenteranno l’attacco finale per raggiungere la vetta a 8125m. In questi giorni non è stato possibile intraprendere l’ascesa nonostante il bel tempo perché sulla cresta ci sono raffiche di vento ad oltre 150 km/h. L’alpinista pontino, Daniele Nardi, ha lasciato l’Italia il 20 gennaio ed è arrivato al campo base da dove partirà la sua sfida in solitaria. Sul suo mountainblog e sulla sua pagina Facebook è possibile seguire l’impresa e leggere in tempo reale i post che raccontano la sua nuova avventura.

Simone e Daniele in comune hanno l’ostinazione a conquistare la montagna tentata in precedenza. Moro provò due anni fa con Denis Urubko, l’alpinista kazako con cui ha salito due ottomila in prima assoluta invernale, Makalu e Gasherbrum II. Sul Nanga Parbat furono tuttavia respinti dalle bufere e dal pericolo delle valanghe. Nardi, invece, l’anno scorso arrivò a 6500 metri sullo sperone Mummery, in cordata con la francese Elisabeth Revol. Dovettero desistere a causa
del gelo insopportabile, mentre incombeva il maltempo. I due alpinisti italiani sono pronti a vivere un’altra impresa che potrebbe entrare nella storia.

Nardi si è sottoposto a cinque mesi di duro allenamento perché è consapevole che per riuscire a scalare il Nanga Parbat deve essere forte fisicamente e psicologicamente.
E’ dal 1988 che si tenta di arrivare su quella vetta in inverno. Ci sono stati ben 16 tentativi di ascese ma nessuna di esse è andata in porto. E questi tentativi sono stati effettuati su vie normali, già battute e conosciute dagli alpinisti durante la stagione estiva. Ma lui che non ha ancora scalato in inverno né il Nanga Parbat, né il K2, ha scelto un percorso nuovo, che è quello dello sperone Mummery. Una pista non battuta da nessuno perché lui vuole misurarsi da solo con la montagna e affrontarla lontano dagli altri.

Moro, che sta raccontando attimo per attimo il suo tragitto sul suo blog ritenta il progetto che ha sognato e che ha una portata storica, perché rimangono solo Nanga Parbat e K2 da scalare d’inverno. Per lui era forte la tentazione di andare, ma questa volta con un nuovo compagno, David Goettler, perchè il kazako Denis Urukbo aveva paura e non si fidava dei terroristi. Per Goettler sarà una prova speciale: il Nanga Parbat è detta la ‘montagna dei tedeschi’.

Sulle possibilità di arrivare in cima, i due alpinisti italiani la pensano così: 15-20% per Moro, 3-5% secondo Nardi. Sarà dura, ma le sfide e lo sport insegnano che i traguardi vanno raggiunti con dedizione, coraggio e sacrificio: una sfida estrema per eccellenza e solo la passione per la montagna può giustificare la voglia di trasformare un sogno in realtà.

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