Civati non ci sta: rischio scissione nel Pd?

Pippo Civati non ci sta. Il colpo di mano di Renzi, che ha liquidato in quattro e quattr’otto Letta per prenderne il suo posto non va giù al deputato del Pd. Che ora minaccia di non votare la fiducia al governo e di uscire dal partito.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina di Maria Carmela Lanzetta, civatiana, ex sindaco di Monasterace (Locride) e simbolo della lotta alla mafia, a ministro degli affari regionali. Una mossa a sorpresa del neo premier per provare a riconquistare il favore di quella parte della minoranza che lo vede sempre più, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, come il Berlusconi della sinistra. Ma a Civati il tentativo non è piaciuto neanche un po’: «Renzi si dimostra molto disinvolto, ma non è una novità. Del resto, è il suo metodo, già sperimentato. Maria Carmela Lanzetta aveva votato contro il governo in direzione nazionale. Ora entra nel nuovo esecutivo come ministro. Le faccio gli auguri, ma non ne sapevo nulla. Né da Renzi, né da lei. Nessuno ha ovviamente inteso avvisare me o i componenti della delegazione ‘civatiana’ in direzione nazionale. Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro. Per il resto non sapevo che dopo Gianni e Enrico ci fosse anche un Matteo Letta. Bis. Il rimpasto – attacca citando proprio una frase pronunciata qualche tempo fa dall’ex sindaco di Firenze – mi fa venire le bolle».

Ancora non è chiaro, quindi, cosa accadrà lunedì in Parlamento, quando si dovrà votare la fiducia all’esecutivo. Per Civati la tentazione di lasciare il Pd e dare vita a una nuova formazione politica spiccatamente di sinistra c’è, ed è forte. A chiederglielo sono in parecchi, tra i suoi sostenitori. Ma c’è anche chi lo invita a dimostrarsi leale nei confronti dell’ex Rottamatore, lavorando al suo fianco per il bene dell’Italia. Allo scopo di chiarirsi le idee, il deputato ha deciso radunare i suoi per discutere del cambio di governo e delle prospettive future. «Siccome il vero problema di questa situazione, che precede qualsiasi giudizio su Renzi, sul suo governo e soprattutto sulla sua maggioranza, è il fatto che si sia proceduto per l’ennesima volta assemblando gruppi che tutti avevano votato per fare altro, vi chiediamo ancora di partecipare. Oggi online e domani a Bologna. Perché di solito sono gli elettori a scegliere i politici, non viceversa» spiega su Facebook.

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