Agopuntura, possibile rimedio contro la setticemia

L’agopuntura è la medicina alternativa che oggigiorno affascina ed incuriosisce milioni di persone per via della sua millenaria tradizione e per i suoi tangibili effetti benefici sull’individuo.
Recenti studi dimostrano che la Complementary and Alternative Medicine in questione abbia un potere curativo contro la Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica, la Setticemia.

Gli studi effettuati presso Rutgers New Jersey Medical School, condotti da Luis Ulloa e pubblicati su Nature Medicine, rivista specializzata in biomedicina, dimostrano l’esistenza di una stretta relazione fra la pratica dell’agopuntura e i processi fisici che leniscono i dolori causati dalla setticemia.

Bisogna sottolineare come questo disturbo nonostante l’elevato tasso di mortalità sia meno conosciuto rispetto ad ictus ed infarto. A tal proposito per aumentare la consapevolezza e la sensibilizzare della popolazione, l’anno scorso è stata istituita la giornata mondiale della Sepsi, che cadrà di anno in anno il 13 settembre.
La ricerca, al passo con i tempi, afferma che una diagnosi tempestiva, la Early Goal Directed Therapy (EGDT), può ridurne notevolmente persino la percentuale dei decessi.

Oggi negli Stati Uniti si stimano 250 mila persone affette da Sepsi. I ricercatori hanno scoperto che gli effetti positivi e lenitivi dell’agopuntura, si amplificano con l’elettro, ma in taluni casi in cui è stata compiuta la rimozione delle ghiandole surrenali, il processo non offre nessun tipo di miglioramento curativo.
Questa ulteriore rivelazione scientifica circoscrive fortemente il campo d’azione della riflessologia, poiché nei malati di sepsi si verifica sempre un violento calo della funzione surrenale.

Il Dottor Luis Ulloa ha in conclusione riscontrato la risoluzione medica solo per una piccola percentuale dei pazienti affetti da Sindrome da Risposta Infiammatoria Sistemica, ma non bisogna ritenere questa piccola scoperta insufficiente.

Ogni piccolo passo della ricerca è un grande passo per le speranze “cliniche” dell’uomo.

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