La guerra di Greta: la Cicolari si confessa a BlogLive

Greta Cicolari e Fipav: continua la guerra della stella del Beach Volley italiano, che proprio nei giorni scorsi ha ricevuto una richiesta di due anni di squalifica da parte della Procura Federale. Ma Greta non ci sta e, dopo esser stata squalificata altri sei mesi per un presunto tweet razzista, ha voglia di giustizia e di tornare in campo. La giocatrice bergamasca è intervenuta ai microfoni di BlogLive per raccontarci una vicenda paradossale, che la vede pagare amaramente dopo una carriera eccezionale.

Come è nato tutto?
“Durante i Mondiali andava tutto abbastanza bene. Io e Marta ci siam trovate in Svizzera senza allenatore e senza una giustificazione a tutto questo. Dunque abbiamo praticamente affrontato la tappa da sole. Al ritorno mi è stato comunicato per telefono dal team manager Glauco Ranocchi che non sarei partita per la tappa in Usa senza darmi spiegazioni di alcun tipo. Lissandro sosteneva di aver problemi con me. Strano, perché su sua indicazione la Federazione mi aveva firmato un quadriennale. Son rimasta da sola e a fine settembre, forse non sapendo più come gestire tutta la situazione, mi è stato rescisso illegittimamente il contratto”

Perché secondo te c’è stato questo dietrofront di Lisandro solo venti giorni dopo?
“Mi sarebbe piaciuto saperlo. Ho chiesto più di una volta un confronto di persona, ma non me ne hanno dato possibilità. Nè lui né Marta si son fatti vedere, mi è stato sempre detto di no”

Anche la tua ex compagna, Marta, non si è fatta più viva con te.
“È stata molto strana. Dal giorno alla notte è scomparsa, non so cosa sia successo. Non so cosa le abbiano detto, cosa pensi. E sinceramente, ora, mi interessa poco. Ho già provato a chiamarla una volta e mi ha detto che a ventitré anni è troppo giovane per andare via dalla Federazione. Cosa che non le avevo mai chiesto.”

Poi la squalifica per un tweet fino a Maggio.
“Una squalifica creata ad hoc da loro, non sapevano come rescindermi il contratto. Eppure questo comportamento non mi è stato contestato, non mi è mai stato chiesto nulla. È una palese scusa per giustificare il loro comportamento. Sto facendo ricorso all’Alta Corte del Coni perché, anche se sta per finire la squalifica, io voglio giustizia. E andrò avanti”

Adesso invece la Procura Federale ha chiesto due anni.
“Prima di questo c’è stata già una loro richiesta. Io avevo detto che il medico non mi aveva curato, cosa vera. E la CGN, primo grado di giudizio interno, mi aveva assolta. Ci avevano già provato a squalificarmi. Non contenti, ne hanno aperta un’altra, sapendo che il 13 maggio finisce la prima e in qualche modo devono riuscire a fermarmi. Ne hanno aperta un’altra per un’intervista che ho rilasciato con opinioni più che legittime. Hanno fatto questa richiesta, a cui ho reagito con un sorriso. Ero presente e a sentir le parole della Procura non volevo crederci. Mi sembra surreale”

Tra i vari episodi, è noto oramai il file audio del tuo diverbio con Conti, che ha anche avuto solidarietà dalla Federazione.
“Sono stupita. Vedere un uomo di quasi sessant’anni che impreca con una donna in quel modo è una vergogna. Non capisco tutta questa solidarietà da parte della federazione, il mondo forse gira al contrario. Durante quella riunione feci vedere un certificato medico delle mie condizioni fisico-psicologiche, chiedendo di non esser aggredita. Eppure fui insultata tutto il tempo io e famiglia”

Vedi un clima di omertà?
“Vogliono squalificarmi perché io ho detto questa cosa. Forse a loro fa male sentirselo dire, ma per me è la verità: c’è omertà, come può accadere in altri ambiti lavorativi. Ognuno pensa al suo orticello, purtroppo è il mondo di oggi”

Intanto c’è una petizione in tuo favore.
“Giornalmente ricevo mail di grande considerazione, non c’è stato neanche un messaggio cattivo. Ci sono stati giorni in cui son stata davvero male, però quei messaggi mi fanno andare avanti”

Stai valutando anche il cambio di nazionalità.
“Lo sto valutando, sì. Io adoro l’Italia, ma rappresentare questa Federazione e queste persone non è quello che vorrei fare. Se potessi giocare per il mio paese lo faccio, non vado via. Però sono un’atleta di 31 anni e c’è chi si gioca le Olimpiadi a 38 anni. Io ho sette-otto anni da poter dare, non li butto così e o qui o all’estero me la voglio giocare ad alto livello”

Con chi ti alleni ora?
“La mia compagna gioca a Pallavolo al momento. Dunque mi sto allenando bene con degli uomini, sto facendo lavoro fisico e tutto. Insomma, sto facendo ciò che facevo prima”

Un appello a chi subisce, nello sport, episodi come i tuoi.
“Sono combattuta. Io sono contenta per ciò che ho fatto, non mi piego ai ricatti che ho subito. Sto combattendo, sono un personaggio forte e ho anche la possibilità economica di pagare degli avvocati. Però sto passando mesi di inferno. Non so quanta gente abbia la forza caratteriale per fare questo. Però credo che più siamo e più ci si da coraggio. Altre persone che, anche a livelli più bassi, subiscono ciò che ho subito io dovrebbero parlare. Nonostante qualcuno dica il contrario, diverse persone me lo scrivono in privato, compresi alcuni genitori un po’ preoccupati. Non hanno il coraggio di parlare, e di certo non posso farlo io per loro”

Se non avessi mai parlato, come sarebbe la tua vita?
“Il contratto era già stato rescisso ed io ero squalificata. La promessa era di non farmi giocare più, avrebbero trovato qualche altro motivo per squalificarmi. Ma io non cedo ai ricatti e nessuno compra il mio silenzio”

E Lissandro?
“Ha fatto un gran casino ed ora è in Kazakistan. Non so se per soldi o per scappare da questa situazione. C’è chi come Lisandro si fa comprare dai soldi e chi come me ci perde tanto, ma ha principi sani”

Cosa ha pensato secondo te la Federazione dopo l’addio di Lissandro?
“Che ha una patata bollente in mano per una guerra non sua. É una guerra di Lissandro, ma non capisco perché la Federazione continui a portarla avanti. Me lo chiedo tutti i giorni. Certo, a loro dà fastidio che io abbia parlato. Mi hanno squalificato, perché dovrei anche stare zitta?”

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