Pistorius, si sente male in aula alla vista delle immagini del corpo di Reeva

La crudezza delle immagini è troppa, Pistorius non regge e vomita. Dopo le testimonianze femminili della vicina di casa e dell’ex fidanzata, l’ultima prima di Reeva, al banco dei testimoni è salito il patologo e con lui le immagini e le parole che descrivono il cadavere martoriato della giovane. L’udienza è stata brevemente interrotta così che Pistorius potesse ricevere un secchio che ha posizionato ai suoi piedi.

Nell’ultima udienza Pistorius aveva già dato segni di insofferenza, coprendosi le orecchie con le mani, tenendo lo sguardo basso. Il linguaggio del corpo aveva tradito qualche emozione e lo ha fatto anche ieri nel momento in cui il medico legale spiegava alla Corte di Pretoria le condizioni del cranio della ragazza. Quello che si evince dalla testimonianza del patologo Gert Saayman è che le ferite al lato destro della testa, quella al braccio destro e quella all’anca destra, riportano bruciature e schegge di legno: gli spari appunto dalla camera da letto alla porta del bagno secondo la ricostruzione verificata sul posto.

Ma è stata la volta anche di un altro testimone, Pieter Baba, guardia di sicurezza del complesso residenziale in cui Pistorius risiedeva all’epoca dei fatti. L’uomo ha raccontato che in seguito ad alcune segnalazioni, quella notte chiamó Pistorius per sapere cosa stesse succedendo, dato che gli erano stati riferiti dei rumori simili a degli spari, ma l’imputato avrebbe risposto con un “tutto a posto” e poi la telefonata si sarebbe interrotta. La difesa ha ribattuto che secondo i tabulati fu Pistorius a chiamare il vigilantes ma essendo impossibilitato a parlare a causa dello shock e del pianto, la telefonata fu interrotta.

Il lavoro di accurata vivisezione delle testimonianze dell’accusa dimostra come la difesa non si voglia far trovare impreparata e debole. Tutti gli sforzi sono concentrati verso un unico obiettivo: smontare l’accusa della premeditazione.

[credits foto: Le Parisien]

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