Torna il Tamagotchi

Chi ha vissuto negli anni 90 non può certamente non ricordare il tamagotchi, giochino virtuale che in quegli anni spopolò al punto da diventare un tormentone. Ebbene, oggi, a distanza di 21 anni il tamagotchi è tornato a far parlare di se. La storica Bandai (oggi Bandai Namco), la società che lo mise in commercio allora, ne ha realizzato una versione nuova ma del tutto identica alla prima. Uniche differenze sono le dimensioni, più piccole rispetto al primo nato del 1996 e lo schermo quadrato. Un prodotto che al momento è in vendita solo in Giappone al costo di 16€. I nostalgici o chi, non avendone potuto godere ai tempi, desidera rifarsi, per adesso dovranno accontentarsi di comprarlo online. Se il successo dovesse ripetersi, non è detto però che nel giro di qualche mese il pulcino elettronico più coccolato e viziato di tutti i tempi, non arrivi anche nei nostri negozi.

Il tamagotchi il cui nome deriva dall’unione delle parole “tamago” che significa uovo, “tch” che è una contrazione di watch e “i” inserito in un secondo tempo (anche se ora è ampiamente utilizzato anche in Giappone) per latinizzare il nome, è un dispositivo elettronico a forma di uovo con uno schermo dove un mini pulcino si schiude iniziando la sua vita. Da quel momento sta all’utente nutrirlo, pulirlo ed occuparsi di lui al fine di farlo vivere il più a lungo possibile e, sopratutto, di non farlo morire.

Inventato da Aki Maita che non potendo avere un animaletto domestico, decise di realizzarne uno virtuale, il tamagotchi negli anni ha avuto ben 37 diverse versioni. A lui si sono ispirati diversi videogame, delle app, dei fumetti, un anime e qualche film.

Fonti: immagine presa da tecnoetc.com

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