Stuprata da bambina non riesce a superare il trauma: si suicida a 14 anni

Megan Hoyle, 14 anni, era una ragazza di Blackburn (località del Lancashire, in Inghilterra). All’apparenza era una ragazza una come tante, anche se in realtà dietro quel suo volto giovane e fresco si nascondeva una vita segnata dalla sofferenza. Ed è proprio per via di quella sofferenza che aleggiava come un demone, che Megan ha deciso di suicidarsi: la ragazzina ha ingerito un mix di sonniferi e di altri farmaci di proprietà della madre, e di lì a poco è morta, nel silenzio più totale.

Il motivo per cui la 14enne ha compiuto questo folle gesto è apparso noto sin da subito, visto che è stata proprio lei, prima di uccidersi, ad inviare un ultimo messaggio ad un suo amico: la ragazzina non riusciva a superare il trauma di una violenza sessuale subita quando era ancora una bambina, tanto che nell’sms inviato all’amico diceva di sentirsi “distrutta nell’anima e nel corpo” e di non essere più in grado di affrontare la vita.

Dopo lo stupro, infatti, Megan non si è mai più ripresa. Le sue condizioni psichiche erano gravemente peggiorate dopo che al suo aggressore fu riconosciuto uno sconto di pena in sede di appello. E lei, quell’abbuono, non l’ha mai mandato giù: pensare che il suo aguzzino potesse avere uno sconto di pena era per lei motivo di frustrazione e umiliazione. Uno stato che Megan, anche per via della sua tenera età, non era più in grado di affrontare.

L’amico che si è visto recapitare il messaggio di addio ha allertato i soccorsi, ma quando la 14enne è giunta in ospedale appariva già in condizioni critiche e dopo 4 giorni di coma è morta. La famiglia ha dichiarato che la ragazzina stava seguendo un percorso di psicoterapia, ma evidentemente non le è bastato per convincerla che valesse la pena rimanere ancorata alla vita.

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