Mascherine chirurgiche: ritirata la vendita dai supermercati Crai

La catena dei supermercati Crai ritira la vendita delle mascherine chirurgiche: il problema è il prezzo di vendita. La spiegazione del gruppo di GDO 

Monta la polemica per la questione mascherine chirurgiche. Nell’ordinanza disposta dal Commissario Straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, annunciata poi dal Premier Conte nel corso dell’ultima conferenza stampa, viene imposto un prezzo di vendita delle mascherine chirurgiche a non più di 50 centesimi l’una. Una scelta che ha creato non pochi problemi, anche perché sono diverse le associazioni di commercianti e produttori che si sono opposte all’ordinanza. Fra gli “scontenti” sembra esserci anche parte della Grande Distribuzione Organizzata, che non trova più conveniente la vendita delle mascherine a questo prezzo e in alcuni casi decide semplicemente di rinunciarci. È il caso ad esempio del gruppo Crai, che spiegato di non essere in grado di garantire un prezzo così basso e quindi ritirerà il prodotto dai propri punti vendita.

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I Supermercati Crai e la polemica sulle mascherine chirurgiche

Mascherine Chirurgiche Supermercati
Foto di Vesna Harni da Pixabay

Un comunicato che chiama in causa direttamente il Governo, quello del gruppo Crai. Un gruppo che contempla diverse insegne. Oltre a Crai ci sono anche Caddy’s, IperSoap, Pellicano, Proshop, Risparmio Casa, Pilato, Smoll, Saponi e Profumi, Shuki. “Ci rendiamo conto – si legge nella nota di Crai – che ciò può generare disservizio verso i clienti e ne siamo particolarmente spiacenti”. Ma la scelta resta comunque valida, constatata l’impossibilità di vendere e mascherine chirurgiche a 50 centesimi, un prezzo di vendita definito “inferiore al prezzo d’acquisto”. La nota prosegue con una richiesta esplicita al Governo: “Confidiamo che voglia risolvere al più presto questa situazione, consentendoci di tornare a vendere le mascherine in questione”.

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La polemica dei farmacisti e delle case di moda

Come dicevamo quella di Crai è solo l’ultima di altre rimostranze presentate anche da altre associazioni. Ad esempio quella dei farmacisti, che si sono opposti alla scelta del Governo. Il commissario straordinario per l’emergenza Arcuri ha reso noto di aver stretto un accordo con cinque società che metteranno sul mercato 660 milioni di mascherine chirurgiche al prezzo medio di 38 centesimi, ma i farmacisti di recente le avevano acquistate ad un prezzo maggiore e quindi ora fanno sentire la propria voce.

Non è mancata la protesta anche da parte delle aziende della moda, che hanno riconvertito le loro produzioni per far fronte all’emergenza e mantenere posti di lavoro. Con questo prezzo sarà difficile coprire i costi di produzione e restare in concorrenza. E non tarda ad arrivare neanche la risposta di Arcuri: “Sono polemiche di liberisti che emettono sentenze quotidiane dal divano di casa, con un cocktail in mano”.

Fase 2 mascherine
Fase 2: le mascherine chirurgiche (Foto Pexels)

 

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