La Lega blocca i siti porno: il giorno dell’emendamento alle Camere

La Lega blocca i siti porno: non sarà più possibile accedervi. Si potrà solo in un caso: le nuove dinamiche se passerà l’emendamento

La Lega blocca i siti porno. Giro di vite del partito di Matteo Salvini che potrebbe ricevere esito favorevole il prossimo 29 giugno, nel voto alle Camere. Se sarà convertita in legge, una persona che vorrà vedere dei porno dovrà chiamare i gestori di rete e chiedere ad essi la rimozione del filtro.

L’obiettivo è inserire un filtro contro i contenuti inappropriati per i minori; tra questi naturalmente, i porno ma anche i siti di violenza. Il blocco potrà essere rimosso ma solo da parte del consumatore che dovrà richiederlo al gestore telefonico. Passerà, quindi, tutto per gli operatori di telefonia.

Il filtro in questione sarà valido per i fornitori di telefonia, laptop, tablet, tv e device connessi ad internet. La proposta è stata avanzata dal senatore della Lega Simone Pillon ed il parere favorevole sarà dato dalla Commissione permanente IX Trasporti alla Camera nonostante molti dubbi.

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La Lega blocca i siti porno: l’indotto nel mondo e le proteste in Italia

Lega blocca siti porno
Pornhub (Getty Images)

I siti porno generano un indotto ed un business incredibile in Italia. Il mercato del porno genera 100 miliardi di dollari l’anno; il 60% degli utenti sono i Millemmials e gli Usa producono l’85% del materiale. Una legge simile è stata bloccata dalla Corte Superma degli Stati Uniti proprio per la difficoltà dell’attuazione.

E’ questa una decisione che sta creando anche polemiche e proteste. L’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (ADUC) ha infatti sollevato dubbi e perplessità, chiedendo il “porno libero nello Stato libero”.

E c’è già chi sostiene come vi sia incompatibilità con la normativa sulla neutralità della rete.

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