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Smart working, fuga dagli affitti di San Francisco: e a Milano?

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Antonio

Moltissimi dipendenti della Silicon Valley hanno abbandonato gli esorbitanti affitti di San Francisco per spostarsi in zone dove i prezzi sono più bassi, grazie allo smart working. E se succedesse anche a Milano?

Anche le aziende della Silicon Valley hanno deciso da qualche tempo di mandare i propri impiegati a casa a lavorare da remoto. Lo smart working adottato da quasi tutte le aziende dei paesi colpiti dall’epidemia, ha avuto effetti collaterali nell’economia ma anche nel mercato immobiliare. Gli esorbitanti affitti della baia di San Francisco, cuore pulsante delle aziende tecnologiche americane, hanno incoraggiato i lavoratori a trasferirsi. Molti hanno deciso di tornare a casa, altri invece si sono trasferiti nell’entroterra americano, dove i costi sono più abbordabili. Oltre gli affitti, anche il costo della vita è esagerato: ristoranti, servizi, alimentari. Così migliaia di dipendenti hanno deciso di spostarsi dalla baia grazie allo smart working. E se stesse succedendo anche in Italia?

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Smart working, dalla Silicon Valley a Milano: fuggifuggi dei dipendenti

smart working (gettyimages)

Per anni la corsa al mercato immobiliare di San Francisco, come è ovvio, è stata sfrenata. La famosa baia della California del sud, a fronte di una domanda cresciuta esponenzialmente, ha visto i prezzi della vita e del mercato immobiliare crescere a dismisura. Il costo di una casa nell’area di San Francisco città, si aggira intorno al milione di dollari. Una stanza da condividere con altre persone invece ha un costo medio di 1.300 dollari al mese. Da quando però il virus ha messo in ginocchio gli States, anche il mercato immobiliare ne ha risentito, con prezzi delle case in calo dal 10% al 15%. Uno scenario facilmente ripetibile anche nei nostri confini. Non disponendo di una Silicon Valley, in Italia è Milano la città che più si avvicina, per uffici, flusso di lavoratori da altre Regioni e costi. I primi effetti dello smart working nella città menenghina, si sono visti sulla ristorazione, con una perdita del 70% sulle pause pranzo. Tanti lavoratori hanno preferito fare ritorno nelle rispettive regioni dove la vita ha un costo più basso, ma con uno stipendio da grande città. I prezzi gonfiati degli affitti potrebbero dunque calare drasticamente nei mesi a venire, soprattutto se questo virus continuerà purtroppo a farci compagnia.

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