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Riapertura stadi: marcia indietro, scontro totale. Cosa succede ora

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Migliore Giorgio

Riapertura stadi in Serie A: confusione totale. Il ministro Spadafora aveva aperto al ritorno dei tifosi, ma arriva la smentita secca. Cosa succede ora?

Il ministro Spadafora (Getty Images)

Se qualche giorno fa il ministro dello sport Spadafora aveva ammesso una parziale riapertura degli stadi già nelle prossime partite, ora arriva la secca smentita da parte dei tecnici del comitato scientifico. Andando con ordine: la settimana scorsa una prima apertura in merito, numero fisso di 1000 tifosi presenti in tutti gli stadi di Serie A d’Italia per assistere alle partite. Una sorta di “riscaldamento” (per rimanere in termini sportivi) prima della vera partita: quella di una riapertura più importante.

Spadafora aveva ammesso che, contestualmente a un equilibrio della curva dei contagi, dal prossimo 7 ottobre (data del nuovo DPCM) il Governo avrebbe potuto permettere un ritorno dei tifosi sugli spalti in maniera proporzionale alla capienza massima. Sempre un numero ridotto ma con più gente sugli spalti, in base alla capacità di ogni singolo impianto. Ora però il secco “no” da parte del comitato scientifico.

Riapertura stadi: secco “no” dai tecnici 

Riapertura stadi: Spadafora smentito, cosa succede ora

(Photo by ISABELLA BONOTTO/AFP via Getty Images)

La secca smentita arriva dai tecnici del comitato scientifico, che hanno considerato le parole di Spadafora una “follia”. Non è possibile, secondo loro, permettere la riapertura degli stadi a un tifoso su tre, in quanto le variabili attorno all’andamento della curva epidemiologica sono ancora troppe. Sarebbe quindi una mancanza di responsabilità riaprire gli impianti a un numero maggiore dei 1000 previsti ora.

Quello che sta accadendo in Francia, Spagna, Gran Bretagna e Germania (dove gli stadi sono stati aperti a un maggior numero di spettatori) è emblematico: in tutti questi Paesi la pandemia è tornata a far paura, con l’Italia che per ora riesce a contenere il numero dei contagi (il cui tracciamento, ricordiamo, è affidato al numero totale dei tamponi). Riaprire gli stadi in questo momento, per il comitato scientifico, sarebbe un vero e proprio autogol (per usare un’altro termine calcistico).

La curva epidemiologica è piuttosto ondulatoria ma rispetto a un mese fa è decisamente salita, quindi ci vuole pazienza e rispetto delle norme per cercare di contenere quanto più possibile i numeri. Per gli stadi di nuovo popolati (seppur in parte) bisognerebbe ancora aspettare.

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