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Cronaca

Omicidio Lecce, tutto quello che c’è da sapere sul ragazzo fermato

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Migliore Giorgio

Omicidio di Lecce – Ieri sera la svolta nelle indagini con l’arresto del presunto omicida dei due fidanzati di Lecce. Fermato un ex coinquilino della coppia.

Fotogramma del presunto killer

È il caso di cronaca che più ha interessato e scosso l’Italia nell’ultima settimana. L’omicidio dei due fidanzati di Lecce è finito sulle prime pagine di siti web e testate cartacee, sia per la giovane età delle vittime (30 e 33 anni) sia per la brutale modalità dell’uccisione. 35 coltellate sul corpo di Eleonora Manta, 25 su quello di Daniele De Santis: un accanimento inspiegabile di cui potrà parlare solamente l’artefice di questo gesto.

Per alcuni giorni si è quasi brancolato nel buio, poi grazie ai testimoni e ad alcune telecamere di sorveglianza gli inquirenti sono riusciti a dare una svolta alle indagini. Nella tarda serata di ieri l’arresto del presunto omicida. Si tratta di un ragazzo di 21 anni che in passato aveva abitato con la coppia e che dunque rientrava nella cerchia delle conoscenze di Eleonora e Daniele.

+++ Chi è l’omicida dei fidanzati di Lecce +++

Omicidio di Lecce: arrestato Antonio De Marco, ha 21 anni

La coppia uccisa a Lecce

Si tratta di un ragazzo molto più giovane della coppia, di 21 anni, e che in passato era stato anche coinquilino dei due. Si chiama Antonio De Marco ed è uno studente di scienze infermieristiche. Secondo le indagini avrebbe pianificato il tutto nei minimi dettagli, studiando anche il percorso da fare in strada per evitare vie con telecamere di sorveglianza. Proprio una di queste, però, lo ha immortalato in zona la sera dell’omicidio.

Alcuni testimoni poi avevano visto una figura vestita di nero, con un coltello e uno zaino giallo allontanarsi dalla palazzina dove abitava la coppia barbaramente uccisa. Fino allo scorso agosto, inoltre, De Marco viveva proprio assieme ai due ragazzi che avrebbe ucciso il 21 settembre. Nell’abitazione dove si è consumato l’omicidio poi erano state trovate delle fascette stringitubo, probabilmente utili all’assassino (nelle sue intenzioni) per immobilizzare i due ragazzi e seviziarli.

Ora gli inquirenti cercano di capire il movente che ha portato Antonio De Marco a compiere l’insano gesto, per di più con una grande premeditazione.

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