Covid, impianti sciistici chiusi a Cervinia: qualcuno fa il furbetto?

Le misure anti Covid impongono la chiusura degli impianti sciistici: una webcam a Cervinia oscurata davanti ad una seggiovia. Monta la polemica

Cervinia
Cervinia (Getty Images)

Tra le disposizioni anti Covid emanate dal governo per le festività natalizie, c’è la chiusura degli impianti sciistici, considerati vera e propria fonte di contagio da Sars-Cov-2. L’esecutivo vuole evitare gli errori commessi in passato ed ha quindi deciso di usare il pugno duro nei confronti di tutti quei luoghi a rischio assembramenti e, quindi, contagi.

Serrata, quindi, totale, in Italia ma anche in gran parte dei Paesi Ue, secondo una linea condivisa e “suggerita” da Bruxelles. Sulla neve potranno andare solo gli atleti di “rilevanza nazionale” come si legge nel decreto; tutti quelli, cioè, tesserati per la FISI (Federazione italiana sport invernali) che, quindi, hanno il permesso perché impegnati in gare agonistiche.

Cervinia, però, si p risvegliata sotto le polemiche ed accuse decisamente pesanti. Come affermato e pubblicato da quotidiano “La Stampa”, una webcam in prossimità di impianti di risalita davanti alle piste da sci, sarebbe stata oscurata. E’ capitato l’8 dicembre scorso, davanti alla seggiovia di Plan Maison; la stessa telecamera che, pochi giorni prima, il 3 dicembre, aveva fotografato un nutrito numero di atleti.

Covid, la verità sulla telecamera

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Cervinia (Getty Images)

Una polemica sollevatasi in un baleno che ha costretto alla difesa la società Cervinia Spa che cura gli impianti di risalita. L’azienda spiega come la sorta di assembramento del 3 dicembre scorso sia scaturito dall’apertura ritardata dell’impianto, colpa delle condizioni meteo che ne impedivano il funzionamento.

La situazione, però, ha proseguito Cervinia Spa, si è normalizzata in circa mezz’ora, spiegando come tutti gli atleti fossero muniti delle mascherine di protezione e di tutti i dispositivi di sicurezza. Decisamente diversa, invece, la situazione relativa all’8 dicembre. La versione cita motivi “lavorativi”.

Di fatto la webcam doveva essere spostata. Il motivo? Presto detto. Il posizionamento esponeva la telecamera a malfunzionamenti dovuti allo skilift in funzione. A quel punto la decisione inevitabile di un nuovo trasferimento, stavolta sul tetto dello chalet dove c’è il controllore dell’impianto.

Cervinia
Cervinia (Getty Images)

Una webcam senza pace, al terzo “trasloco” dopo quello dal traliccio dello skilift; in quel caso, infatti, era “sotto attacco” dei fulmini che la danneggiavano gravemente. Il nuovo spostamento ha obbligato all’oscuramento delle immagini per rispettare la privacy dei lavoratori ed il loro statuto.

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