App Immuni e Cashback saranno collegate? La rivelazione di Crisanti

Il virologo Andrea Crisanti fa una rivelazione davvero forte sull’app Immuni: potrebbe essere collegata al Cashback di Stato?

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Personale sanitario impegnato nella lotta al coronavirus (Getty Images)

Negli scorsi mesi sul web ci sono state numerose polemiche riguardo l’app Immuni, necessaria per il tracciamento dei contatti dei contagiati da coronavirus. In molti infatti hanno sollevato polemiche sulla privacy, sostenendo che l’applicazione violasse i diritti fondamentali dei cittadini. Queste critiche hanno fatto sì che “solo” 10 milioni di italiani, meno del 20% della popolazione, scaricasse l’applicazione di tracciamento.

Non ci sono state le stesse polemiche invece per il Cashback di Stato, che permette – a determinate condizioni – di ottenere il 10% di quanto speso con carte di credito registrate. Per questo motivo il virologo veneto Andrea Crisanti, durante un’ospitata televisiva, ha lanciato una proposta che sicuramente alzerà un polverone. Il professore universitario infatti ha detto che questo Cashback avrebbe dovuto essere disponibile solo per chi ha scaricato Immuni.

Si tratta sicuramente di una provocazione, ma il virologo crede che avrebbe potuto avere un effetto positivo. La necessità di uniformare il tracciamento dei casi in tutta Italia, infatti, è una delle priorità di medici e ASL. Il collegamento con la funzione del Cashback di Stato avrebbe potuto fare da “corsia preferenziale” per il download contemporaneo di Immuni.

Crisanti: “Vaccino sfida senza precedenti, serve attenzione”

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Logo di Pfizer, produttore di uno dei vaccini (Getty Images)

Durante un’intervista per la trasmissione Accordi&Disaccordi il virologo Andrea Crisanti ha parlato anche della questione vaccini. Sarà infatti una sfida senza precedenti, sia dal punto di vista logistico che da quello medico. Ogni dose di vaccino dovrà essere perfettamente uguale all’altra, altrimenti si rischia una copertura non efficace. Per questo motivo sarà necessario formare gli operatori sanitari per fare questo genere di procedura.

Il vaccino però non sarà una soluzione immediata alla pandemia. Crisanti infatti ha chiarito che per arrivare ad una copertura del 70% della popolazione serviranno mesi. Per questo motivo è necessario mantenere attive le norme anti contagio e di contenimento dell’epidemia. La divisione in fasce di rischio, sebbene efficace per appiattire la curva dei contagi, non ferma la diffusione del coronavirus soprattutto nelle zone gialle. L’esempio fatto da Crisanti è quello del Veneto, dove la zona gialla ha avuto un impatto davvero minimo sui contagi.

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