Il medico negazionista del Covid punito dall’Asl: la sanzione è esemplare

L’ASL ha disposto una sanzione davvero esemplare per un medico di base di Borgaro Torinese, in Piemonte: è un negazionista del Covid.

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Medici al lavoro contro il Covid (Getty Images)

Sono sempre di più le ASL e gli Ordini Provinciali dei Medici che hanno cominciato una vera e propria campagna di sanzioni contro i medici negazionisti del Covid. L’ultima notizia in ordine cronologico arriva da Borgaro Torinese, dove il medico di base Giuseppe Delicati ha ricevuto una sanzione davvero esemplare. L’ASL per cui lavora infatti ha deciso di decurtargli per 5 mesi ben il 20% del suo stipendio.

Si tratta di un provvedimento di grande gravità, che potrebbe affiancare una sospensione disciplinare o addirittura la radiazione dall’albo dei medici. All’origine di tutto c’è un video girato dal medico, originario di Foligno e iscritto all’Ordine dei Medici di Macerata. Nel video l’uomo aveva diffuso teorie false e allarmistiche sulla correlazione tra vaccino antinfluenzale e maggior rischio di morte in caso di infezione da Covid.

Per questo motivo l’uomo invitava a non fare né il vaccino antinfluenzale né quello antipneumococcico, i due vaccini stagionali più diffusi in Italia. Le sue teorie, secondo quanto riportato nel video, sarebbero sostenute da fonti del governo americano interne al Pentagono.

Sanzioni al medico negazionista del Covid, le ragioni

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Medici al lavoro contro il Covid (Getty Images)

Il motivo dietro alle pesanti sanzioni per il dottor Delicati è il suo essere, secondo i colleghi che hanno presentato un esposto all’Ordine dei Medici, un negazionista del Covid. Nel suo video infatti sosteneva che le morti legate alla malattia da coronavirus sarebbero in realtà da imputare al vaccino antinfluenzale. Questo infatti aumenterebbe la “tempesta interleuchinica”, cioè la risposta immunitaria ad un’infezione, al punto da uccidere il paziente.

Secondo il medico di base quindi il vaccino avrebbe causato un’esagerata reazione immunitaria, colpevole della stragrande maggioranza dei decessi avvenuti in Italia. In particolare ha fatto l’esempio del focolaio di Bergamo, che nella prima ondata è diventato un tragico simbolo dell’impatto dell’epidemia. Dal momento che non ci sono prove però la Procura di Ivrea ha deciso di indagare sul medico per procurato allarme. In caso di condanna Delicati rischia la radiazione dall’albo dei medici.

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