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Spettacolo

Morgan attacca ancora Amadeus e rilancia: “Farò un mio Sanremo”

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Giancarlo Spinazzola

Morgan all’attacco: stilettata ad Amadeus ed a Bugo. Il cantautore poi lancia un’idea clamorosa: “Farò il mio Sanremo”

Morgan (Getty Images)

Cantautore sempre sopra le righe, Morgan – Marco Castoldi all’anagrafe – è tornato a parlare sulle pagine de “La Repubblica“. Un racconto che parte da David Bowie, definito un “visionario”, a cinque anni dalla sua morte. “Non ho ancora elaborato il lutto, lui era un futurista; era contento quando sbagliava, ne andava fiero“.

E’ ancora presente – ha detto il cantante – anche se resta distante, non è come per Freddie Mercury o Jim Morrison. Lui è sempre stato distante dai primi posti in classifica e dalle folle per il tipo di musica che faceva, con accordi strani testi difficili da intendere e sonorità lontane“.

Morgan, poi, analizza la musica in Italia. “Gli italiani no sanno scrivere, sono imitativi; due o tre sono andati oltre, Fossati, Battiato e pochi altri, poi il nulla. Gli accordi sono di me**a, nel nostro Paese non c’è spazio per crescere” ha spiegato.

Morgan e l’idea del Festival alternativo

Morgan (Getty Images)

Il cantautore, poi, entra nel dettaglio della sua esperienza ad AmaSanremo. “Ho fatto il giudice in quell’occasione e non mi trovo mai a mio agio“. Morgan, poi, spiega cos’è successo con il Festival. “Dapprima Amadeus mi ha chiesto di partecipare, ci ho pensato un po’ e poi ho accettato rinunciando alla candidatura a sindaco di Milano“.

Gli ho detto di sì, ho scritto ed inviato le mie canzoni e poi non mi ha voluto, non mi ha scelto – ha proseguito MorganMi aspettavo azioni differenti, anche perché sa come lavoro“. Non manca la stilettata a Bugo. “Lui ce l’ha con me, non io. E’ diventato famoso grazie a me” ha puntualizzato.

Morgan (Getty Images)

Un finale in crescendo, con la sua idea di un Festival alternativo. “Io e Celentano abbiamo un grande feeling, se facessimo un nostro Festival sarebbero tanti gli artisti che accetterebbero. Una vera rinascita cultural della musica italiana, altro che occasione sprecata di anno in anno. Verrebbe Vasco, ma anche Bennato, Paoli, Conte e Fossati“.

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Giancarlo Spinazzola