Governo Draghi, la sottosegretaria alla Cultura che non legge: tutte le gaffe

Nel Governo Draghi si rivede una vecchia conoscenza della “Cultura”: Lucia Borgonzoni sarà nuovamente sottosegretaria. Lunga serie di gaffe.

Lucia Borgonzoni Sottosegretaria Cultura
Lucia Borgonzoni, esponente della Lega (Getty Images)

Come si suol dire in questi casi: a volte ritornano. Anche nei nuovi governi che si insediano nel nostro Paese. L’ultimo è quello di Mario Draghi, il professore chiamato a riparare un’Italia a pezzi. Anche se la musica dovrebbe cambiare e dovremmo imparare a non affidarci a un solo uomo, quest’ultimo, come da regolamento, ha designato i vari sottosegretari al suo nuovo governo.

Incredibile, ma vero, alla Cultura torna Lucia Borgonzoni. Sarà lei la sottosegretaria ai Beni Culturali. Perché tutto questo ha dell’incredibile? Durante il primo governo Conte fu, sempre, sottosegretaria al poc’anzi citato ministero. Si contraddistingue per una serie di gaffe, che dovremmo chiamare mancanza di merito, che fecero subito il giro del web.

Dai libri, passando per cinema e teatro, e finendo con gli ospedali. Per lei tutto era “nuovo” e lo andava a sventolare anche durante delle dirette radiofoniche. Un giorno dichiarò di non leggere da più di tre anni con tutta la tranquillità del mondo. Ora è di nuovo in carica in un governo.

Lucia Borgonzoni sottosegretaria alla cultura: non legge per “lavoro”

Lucia Borgonzoni Sottosegretaria Cultura
Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura nel governo Draghi (Fonte Facebook)

Torna Lucia Borgonzoni come sottosegretaria alla Cultura. Colei che, nel primo governo Conte, intervistata in diretta radiofonica nel programma Un giorno da pecora, disse: “Non leggo da tre anni. Leggo poco, perché lavoro tanto. L’ultimo libro che avrò letto sarà stato Il Castello di Kafka, così, per svago”.

Ma non è la sola gaffe (se così vogliamo continuare a definirla) che fece durante il suo incarico. In un’altra intervista dichiarò: “Ora che ho questo in carico forse andrò più spesso al cinema o al teatro, due ambiente che non frequento molto”.

Insomma, dichiarazioni fuorvianti a non finire, con quel ghigno di chi sa cosa sta per dire anche se non poterà nulla di buono. L’ultimo scivolone avvenne quando era candidata alla presidenza dell’Emilia Romagna, con il suo partito d’appartenenza, la Lega: “Terrò gli ospedale aperti anche nel fine settimana, come accade nel Veneto”. La risposta più bella arrivò dall’altro candidato alla presidenza, sponda PD, Stefano Bonaccini: “Tengo a informare tutti i cittadini che le strutture ospedaliere saranno efficienti e aperte anche questo fine settimana, come d’altronde lo sono da sempre”.

 

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