Recovery Plan, dal Cdm agli ultimi nodi: le indiscrezioni

Il CdM durante il quale Mario Draghi avrebbe dovuto illustrare il Recovery Plan era previsto per stamattina, ma non si è ancora tenuto. Ecco le indiscrezioni sulla bozza del Piano

Mario Draghi presidente del Consiglio
Il presidente del Consiglio Mario Draghi (fonte: Getty Images)

Stamattina alle 10 si sarebbe dovuto tenere il Consiglio dei Ministri per l’approvazione della bozza del Recovery Plan che entro il 30 aprile verrà presentato alla Commissione Europea. Il CdM è saltato all’ultimo minuto a causa delle ultime limature sulla bozza, ma si terrà comunque in queste ore o al massimo domani perché tra lunedì e martedì Mario Draghi è atteso in entrambe le Camere del Parlamento per la presentazione del Piano a cui dovrà seguire il voto favorevole dell’emiciclo. Tempi strettissimi, dunque, per le 300 pagine che potrebbero svoltare l’economia e il mondo del lavoro in Italia nei prossimi anni.

Le previsioni sono l’aumento del Pil fino al 3,6% e la diminuzione della disoccupazione di oltre tre punti. Il tutto attraverso riforme che riguardano il fisco, la green economy, l’innovazione digitale e l’aumento dell’occupazione di donne e giovani, quest’ultimo punto fortemente spinto dal segretario del Pd Enrico Letta.

Tuttavia, i nodi fondamentali del Recovery su cui i partiti si sono più battuti sono stati Quota 100 e l’Ecobonus. La Lega aveva chiesto la proroga della prima, M5S, Pd e Forza Italia la proroga del secondo, senza però raccogliere risultati. Il premier Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, infatti, sono stati irremovibili sulle decisioni prese.

Recovery Plan: abolita Quota 100 e nessun finanziamento dall’Europa per l’Ecobonus

Quota 100, in scadenza al 31 dicembre 2021, non verrà rinnovata. Dopo quella data, infatti, non sarà più possibile andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi e nessuna riforma è in cantiere come alternativa. Il Recovery fa cenno soltanto alla possibilità di agevolare l’uscita anticipata dal lavoro per i soggetti che hanno svolto lavori usuranti. Questo significa che, salvo interventi in corsa, da gennaio 2022 si potrà andare a riposo con la legge Fornero a 67 anni, valida per chi non ha raggiunto i requisiti contributivi della pensione anticipata fissati a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne.

Anche l’Ecobonus, o Superbonus 110, è finito al centro del dibattito. Gran parte delle forze di maggioranza ne chiede la proroga fino a tutto il 2023. Tuttavia, il Recovery Plan firmato Draghi lo ha allungato a quella data soltanto per le case popolari. Lo sgravio fiscale potrebbe però ancora essere rifinanziato nel 2023 attraverso i fondi nazionali, con la Legge di Bilancio del prossimo anno. Soltanto, però, dopo un’attenta valutazione sui benefici apportati all’economia nel corso di quest’anno.

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