Dopo l’annuncio improvviso di Naomi Campbell, tutte le reti hanno commentato la notizia della maternità della venere nera. Nel farlo, Katia Ricciarelli ha condiviso una sua esperienza personale.
Naomi Campbell ha annunciato da poco di essere diventata mamma. L’ha fatto con una foto su Instagram che ritraeva la manina di una bambina. La modella non ha condiviso ulteriori dettagli, non si sa nemmeno il nome di sua figlia e non si sapeva neppure che avesse una relazione con qualche uomo. Quindi, i vari media, non solo italiani, si stanno interrogando sulla cosa.
Naomi è ricorsa alla fecondazione assistita? Ha voluto tenere nascosto il padre? Oppure ha adottato una bambina? Ebbene, nel commentare e fare ipotesi su questo, a La Vita in Diretta, Katia Ricciarelli ha condiviso una sua esperienza personale che ha sorpreso tutti. Alberto Matano l’ha ringraziata di cuore per questa condivisione. Ecco di che cosa si tratta.
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Nel salotto di Rai 1 i vari opinionisti raccolti attorno ad Alberto Matano hanno fatto ipotesi e commenti su questa maternità del tutto inaspettata della modella. Poi il discorso si è spostato su un altro tema: è giusto fare figli anche dopo i 50 anni? Katia Ricciarelli ha detto la sua opinione: assolutamente no.
Secondo lei non bisogna essere egoiste e bisogna pensare al bene del bambino o della bambina e pensare al loro futuro. La scuola è già difficile normalmente, “figurarsi se la madre sembra la nonna”. Dopo aver detto queste frasi, la cantante ha, però, condiviso un’esperienza personale di quando aveva 42 anni:
Io e il mio ex marito abbiamo provato tanto ad avere un figlio. Ho voluto provare con la fecondazione assistita e siamo andati a Cambridge da un luminare. Dopo qualche seduta, le iniezioni e tutto, arriva questo che ci dice che il dottore è morto. Beh, a quel punto abbiamo rinunciato.
Alberto Matano è rimasto proprio sorpreso da questo racconto e ha ringraziato Katia per averlo condiviso in quell’occasione. Ovviamente l’ex marito “era proprio lui”, come ha precisato Katia e il tutto è stato raccontato da lei per dire che già a 40 anni era tardi per avere un bambino, figurarsi più avanti con l’età.