Russia e Cina uniti dall’oleodotto

Continua l’espansione a est dell’ex impero russo, che negli ultimi anni sta cercando di recuperare al massimo il suo ruolo di super-potenza mondiale. Questa volta, però, i russi guardano ad est, confermando la strategia di porsi come gigante economico sia verso l’occidente, sia verso il continente giallo.

E’ stato così raggiunto un accordo di cooperazione con la Cina, che consente ai due Paesi di costruire un oleodotto, passando per la Siberia, che permetterà il trasporto nei prossimi anni di circa 300 mila barili al giorno, per un flusso annuo di 15 milioni di tonnellate di greggio. Il progetto costerà circa 16 miliardi di dollari e permetterà, quindi, gli scmabi di petrolio, tramite il pipeline; fino adesso, infatti, il greggio veniva trasportato su strada.

L’accordo russo-cinese è il primo sul piano energetico tra i due Paesi, che già vantano buoni rapporti, confermati da una politica di esercitazioni militari congiunte spesso alle frontiere.

L’inaugurazione di questa nuova strategia verso est della Russia indispettirà non poco gli USA, che già vedono negativamente gli accordi industriali tra i russi e le potenze europee. Ultimo caso di malumori a Washington, rilevato anche da Wikileaks, è stato l’accordo Eni-Gazprom per la costruzione di un oleodotto, che tramite il Mar Nero, dovrebbe portare gas dalla Russia all’Europa, in cui Eni giocherebbe un ruolo essenziale, grazie alla controllata Saipem, proprio nel tratto più orientale del Mar Nero.

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