Irlanda perde mille persone a settimana

Dati profondamente scoraggianti provengono dall’Irlanda, l’ex stato celtico, che si trova ad affrontare una delle sue peggiori crisi economiche, finanziarie e sociali.

Salta all’occhio negativamente quanto riportato da uno studio dell’istituto di ricerca economica e statistica irlandese, l’Economic and Social Research Institute (ESRI), il quale ha calcolato che il crollo delle esportazioni, iniziato lo scorso anno, sta provocando l’emigrazione di circa 1000 lavoratori a settimana, che lasciano il Paese, per cercare un’opportunità di lavoro all’estero. Ad esseri maggiormente colpiti sarebbero soprattutto i giovani e i laureati. 

Il crollo dell’export irlandese, infatti, ha provocato e continua a provocare la perdità di migliaia di posti di lavoro. Il Primo Ministro di Dublino, Brian Cowen, si augura che la ripresa dell’export possa creare nuovi posti di lavoro, ma secondo l’istituto economico, anche qualora la ripresa avvenisse, non sarebbe sufficiente a ristabilire un saldo positivo a livello occupazionale.

L’emigrazione del Paese rischia di passare alla storia come una delle più massicce dell’ultimo secolo, superando anche quella degli anni ’80.

Si calcola che tra il mese di aprile 2010 e quello di aprile 2012, saranno ben cento mila gli irlandesi che avranno lasciato il Paese, per emigrare.

L’Irlanda, infatti, è nell’occhio del ciclone di una crisi finanziaria senza precedenti, avendo raggiunto un rapporto tra deficit e pil di circa il 32% e di fatto sta evitando la bancarotta solo grazie a un piano di aiuti congiunti di BCE, UE e Fmi.

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