Fed, Bernanke contro economie emergenti conferma politica monetaria

Il governatore della Federal Reserve, l’istituto centrale USA di politica monetaria e valutaria, Ben Bernanke, ha ieri ribadito le ragioni della politica economica della sua Fed e del governo americano, confermando che gli USA non hanno intenzione di alzare i tassi di interesse a breve, solo per fare comodo alle economie emergenti.

E’ stato particolarmente duro il banchiere americano, sostenendo che se gli stati emergenti ritengono di avere alcune difficoltà, legate a un eccessivo ingresso di capitali, con conseguenti spinte inflazionistiche, essi non possono pensare che a risolvere i loro problemi siano le economie avanzate come gli USA, ad esempio, con una manovra di aumento dei tassi, che farebbe defluire parte dei capitali verso gli stati economicamente maturi.

Non è la prima volta che la Fed sotto la presidenza di Barack Obama attacca le economie emergenti, ma i toni di questa volta sono diretti e durissimi. Gli USA giustificano la loro politica monetaria accomodante con la necessità, dunque, non solo di sostenere la ripresa dell’economia, ma lasciano trapelare l’intenzione di dare una lezione a chi, come la Cina, si ostina a non volere riequilibrare i tassi di cambio, che attualmente penalizzano gli scambi commerciali di USA ed Europa, in particolare.

Si profila sempre più uno scontro tra parti del mondo, in cui gli USA vogliono giocare un ruolo preponderante di difesa delle ragioni degli stati più ricchi del pianeta.

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