Continuano i Tagli allo Spettacolo: La Difficile Situazione del Cinema in Italia

Situazione davvero disastrosa per il cinema e lo spettacolo italiano in generale. Partendo da quella che può sembrare la riforma meno grave, ma che in realtà è una mazzata per tutti, utenti e gestori, parliamo del decreto Milleproroghe, che grazie al sì definitivo dato dall’ assemblea del Senato lo scorso 26 febbraio, entrerà in vigore nei prossimi mesi.

Il cinema viene toccato dall’ incredibile rivoluzione biglietti. I consumatori per usufruire della proiezione cinematografica dovranno infatti pagare 1 euro in più rispetto al prezzo del biglietto. Euro simbolico, che poi tanto simbolico non è, e che andrà a rimpinguare il bilancio statale. Questa nuova producedura sarà valida per quasi tre anni, iniziando dal prossimo 1 luglio e finendo, ipoteticamente, il 31 dicembre 2013.

A questo smacco assurdo si aggiunge quello del FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo, che dei 258 milioni stanziati per il 2011, si è visto congelare nel giro di due giorni l’ importante somma di 77 milioni, riducendo il budget totale alla cifra record negativo di 181 milioni. Si sperava addirittura che la situazione sarebbe potuta migliorare, e raggiungere il reintegro del capitale portando il fondo a 414 milioni, ma ci sbagliavamo. In base al calcolo delle ripartizioni, al cinema italiano, rappresentato soprattutto da Cinecittà, spetteranno meno di 40 milioni, cifra assurda a paragone con quella del 2010 che ammontava a 76.

A questi si aggiunge la terribile notizia che la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia potrebbe addirittura chiudere i battenti. A riferirlo il Presidente della Biennale Paolo Baratta, che dinanzi a questi numerosi tagli si ritrova costretto a fare i salti mortali per dar vita al Festival Cinematografico più antico e importante del nostro Paese.

Baratta si è così appellato pubblicamente al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, grande ammiratore della manifestazione, sperando che possa risolvere il problema di budget della Biennale, sceso da 7,1 Milioni ad appena 4. Un taglio sostanziale che compromette la diffusione culturale nel nostro Paese.

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