Tassa soggiorno, Federalberghi contraria

Con l’approvazione del decreto attuativo del federalismo fiscale, si è dato il via a una serie di novità, in tema di imposizione locale, tra cui spicca una tassa, la cosiddetta “tassa di soggiorno”, in favore di alcune ben precise località d’arte, che potrà essere imposta dai comuni e riscossa tramite gli alberghi, gravando sui turisti che pernottano in tali città.

Favorevole alla possibilità di imporre la tassa è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il quale sostiene che fare pagare uno o due euro a notte ai turisti che vogliano visitare Firenze non stravolge le loro vite. Anzi, non sarebbe giusto, aggiunge Renzi, che i fiorentini debbano pagare per mantenere i servizi di decoro e di pulizia, a favore di chi viene da fuori.

Renzi, ovviamente, esprime l’opinione degli amministratori locali delle città elencate nel decreto, che potranno avvalersi di tale scelta. Ma un’opinione opposta arriva da Federalberghi, l’associazione che raggruppa gli albergatori italiani. In Toscana, Federalberghi ha preso una posizione di netta contrarietà sostenendo che tale tassa rischia di colpire un settore già in difficoltà. E a sostegno degli albergatori arriva anche una dichiarazione del Ministro per il Turismo, Michella Brambilla, la quale afferma di essersi battuta, affinchè la tassa fosse solo facoltativa e flessibile, magari di scopo.

Ma c’è da scommettere che su questa materia, lo scontro tra categorie coinvolte e amministratori locali sia destinato a espandersi e a intensificarsi.

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