La Cgil propone la tassa patrimoniale

 

Il sindacato della Cgil si prepara a scendere in piazza il 6 maggio, per lo sciopero generale contro il governo, promosso già da tempo. In previsione della manifestazione di Roma, la confederazione guidata da Susanna Camusso propone l’idea di introdurre una tassa patrimoniale dell’1% sulle famiglie cn ricchezza patrimoniale superiore a 800 mila euro.

Secondo i calcoli dello stesso sindacato, tale imposta comporterebbe un introito per lo stato di 18 miliardi all’anno, gravando sul 5% delle famiglie più ricche. 

Ma vediamo come funzionerebbe. Ipotizziamo che una famiglia abbia una casa dal valore di 400 mila euro e una seconda casa del valore di 300 mila euro, oltre a un conto in banca di 300 mila euro, al netto di mutui e altre passività finanziarie. L’imposta che questa famiglia dovrebbe pagare, in base alla proposta della Cgil, sarebbe di 1% x (400.000+300.000+300.000) – 1000 = 9.000,00 euro.

In pratica, la famiglia pagherebbe un’aliquota dell’1% su tutto il valore del suo patrimonio, pari a 1 milione di euro, sottraendo una detrazione forfetaria di mille euro, pagando così ben 9 mila euro di imposta patrimoniale.

L’aspetto ancora più inquietante della proposta della Cgil è che al di sopra degli 800 mila euro, l’imposta si pagherebbe sull’intero valore del patrimonio, per cui la differenza tra chi ha un patrimonio complessivo di 799.999 mila euro e chi di poco sopra gli 800 mila euro sarebbe esponenziale.

Fortunatamente, il governo ha più volte respinto l’idea di un balzello, che andrebbe a colpire il risparmio delle famiglie, con effetti negative sulla loro propensione a risparmiare e a investire in immobili.

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