Sembrava che le scuse di La Russa, seppure accettate solo in parte dal Presidente Fini, avessero placato gli animi fra i deputati della Camera e invece, nella giornata di ieri, l’Aula di Montecitorio è tornata a trasformarsi in un’arena.
Il motivo del contendere questa volta non è il gesto sconsiderato di qualche presente – anche se poi, a bagarre scoppiata, ci sono stati anche quelli – ma è la bocciatura del verbale della seduta dell’altro ieri, scaturita dal pareggio uscito dalla votazione.
I deputati infatti erano stati chiamati a votare l’approvazione del resoconto della seduta di due giorni fa ma già dall’inizio delle operazioni preliminari si era palesata la possibilità di una sconfitta della maggioranza.
Per tentare di evitare la sconfitta, sono stati dunque richiamati in Aula alcuni Ministri ed il Presidente Fini ha concesso di prolungare la votazione per permettere che anche questi prendessero parte alle operazioni.
Subito dopo la decisione, sono iniziate le proteste dell’opposizione ma il vero scontro non era ancora iniziato.
La parità numerica ha infatti determinato la bocciatura del verbale.
Nel pomeriggio si è tenuta poi una nuova riunione dei capigruppo, nella quale Fini ha chiesto ai deputati di riscrivere le parti contestate del verbale.
In serata sono invece arrivate le prime dichiarazioni dei deputati presenti in Aula.
Per Daniela Santanchè (Pdl) “I nuovi episodi di tensione alla Camera dimostrano che l’assenza di un arbitro autorevole e credibile è diventato un problema non più rinviabile: Gianfranco Fini, sceso in campo nella campagna elettorale delle amministrative contro i partiti che fanno parte della maggioranza e che l’hanno eletto a presidente della Camera, è diventato giocatore e non può imputare ad altri irresponsabilità che sono prima di tutto sue. Le dimissioni sono l’unica soluzione“.




