Parlamento, le opposizioni compatte: “Subito alle urne”

La questione tunisina, con l’accordo annunciato da Berlusconi ma smentito da Tunisi, ma soprattutto la gestione degli immigrati giunti a Lampedusa, saranno i temi del dibattito politico dei prossimi giorni. E, alla vigilia dell’inizio del processo sul Caso Ruby, le opposizioni tornano, compatte, a chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio.
Dopo la tregua sancita in occasione del voto sulla missione in Libia infatti, nella giornata di ieri tutti i partiti dell’opposizione hanno lanciato il proprio ultimatum a Berlusconi.
Se da un lato però, il Pd sceglie la strada delle elezioni anticipate, dall’altro l’Api e una buona parte dei democratici sperano invece in un Governo di transizione.
Il primo a parlare è stato Pierluigi Bersani, segretario del Pd, che ha dichiarato senza mezzi termini: “Il governo non c’è più, meglio il voto anticipato“.

Più cauta la posizione del Terzo Polo e di Veltroni: “Il paese sta andando a rotoli, il governo non decide nulla” – sono state le parole dell’ex segretario del Pd che ha poi proseguito: “nello scenario attuale, con la guerra in Libia, l’inflazione e la grave crisi del Portogallo e Grecia, il voto non sarebbe una scelta giusta per il paese“.
Per Fabrizio Granata – uno dei cosiddetti “falchi” di Fli – è una questione di responsabilità istituzionale: “Il premier Berlusconi abbia un sussulto di responsabilità, faccia un passo indietro e si vada al più presto al voto. Solo così si potrà superare il clima di scontro che ha coinvolto le istituzioni. Quanto è avvenuto negli ultimi giorni in Parlamento è di una gravità senza precedenti nella storia della Repubblica. Mentre è in corso una guerra a due passi dai nostri confini e una massa di rifugiati sconvolge la vita di Lampedusa, Pdl e Lega non trovano di meglio da fare che tornare ad occupare il Parlamento con i problemi giudiziari del Premier. Per costoro la sola emergenza dell’Italia è rappresentata dalla necessità di salvare Berlusconi dai processi“.

Dando però uno sguardo ai numeri, sembra che le richieste dell’opposizione faticheranno a trovare interlocutori nell’attuale maggioranza.
Dopo la formazione del Movimento dei Responsabili infatti, Berlusconi punta ad ottenere almeno 330 deputati e comunque, già allo stato attuale, non c’è una compagine parlamentare in grado di sfiduciare il Governo.
La speranza dell’opposizione è dunque tutta riposta nella Lega che, negli ultimi giorni, ha manifestato segnali di insofferenza verso l’azione poco decisa del Presidente del Consiglio e potrebbe decidere, come extrema ratio, di staccare la spina al Governo.
Il gesto di La Russa e la battuta del Premier sull’accoglimento dei clandestini come “un atto dovuto” sono i temi dello scontro.

Dal canto suo, la maggioranza risponde con il neo Ministro Saverio Romano, esponente del Movimento dei Responsabili: “Ora che il governo  ha numeri più consistenti e una maggioranza più forte e più ampia, non ha alcun senso che Casini e Bersani sparino contro il quartier generale sperando nel voto. Questa legislatura deve terminare a scadenza naturale“.
Gli fa eco Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera: “Noi porteremo avanti una linea insieme responsabile ma ferma e senza complessi di inferiorità. È evidente infatti che in ogni circostanza per abbassare il clima della polemica bisogna essere in due“.

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