Oggi inizia la riunione del board della Federal Reserve, per decidere le linee di politica monetaria, come ogni mese. I riflettori sono puntati sulla conferenza stampa di domani che il governatore Fed, Ben Bernanke, sosterrà per spiegare le proprie decisioni per questo mese.
I mercati non si aspettano novità clamorose, i tassi dovrebbero rimanere invariati, mentre semmai dovrebbe iniziare una riduzione graduale di concessione delle linee di credito, molto abbondanti durante la crisi.
Le decisioni della Fed sono attese, per verificare se esista già una strategia di uscita da questa lunga fase, iniziata nel 2008, dall’esplosione della crisi, che ancora perdura, con una Fed che acquista l’85% del debito americano emesso, e che persevera con le misure di cosiddetto “quantitative easing”, ossia l’acquisto di titoli del debito americano, per circa 600 miliardi di dollari.
Gli analisti sostengono che i bassi tassi del Tesoro, conseguenti ai tassi zero della Fed, avrebbero un impatto sui prezzi delle materie prime, in quanto molti investitori devierebbero i loro investimenti dai titoli a basso rendimento al mercato delle materie prime, facendone lievitare le quotazioni.
Anche per questo il mondo guarda con preoccupazione agli squilibri che gli USA di Obama-Bernanke hanno prodotto, e su cui ha puntato molto il dito il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nella sua qualità di Presidente del Financial Stability Forum.
Nella conferenza stampa di domani, Bernanke dovrebbe rivedere al rialzo le stime sull’inflazione di quest’anno e al ribasso quelle sul pil. Una situazione contrastante che potrebbe anche dare l’alibi al governatore centrale per continuare nell’adozione di una poltica accomodante, al fine di sostenere la ripresa, anche se un’inflazione prevista in aumento non depone a favore di questo tipo di misure.





