Il Governo ha deciso di partecipare attivamente agli attacchi degli Alleati contro gli obiettivi militari controllati da Gheddafi.
A comunicarlo sono stati i ministri della Difesa e degli Esteri La Russa e Frattini che, nella giornata di ieri, hanno palesato l’intenzione dell’Esecutivo di dare una svolta alla partecipazione italiana all’intervento in Libia.
Dovrebbero dunque essere 8 gli aerei, equipaggiati con armi e munizioni, che dalla prossima settimana saranno impiegati nelle missioni sul territorio Libico. “Si tratta – precisa Frattini – di una mossa che si inserisce sempre e comunque nella cornice tracciata dalla risoluzione ONU e quindi non di un’operazione di guerra vera e propria“.
Gli fa eco il titolare della Difesa La Russa, che dichiara: “Saranno colpiti esclusivamente obiettivi militari. La missione è infatti destinata a difendere il maggior numero di civili possibili“.
Un cambiamento di rotta, quello deciso dal Premier e comunicato dai ministri, che non è piaciuto affatto alla Lega, che con Bossi e Reguzzoni ha attaccato: “Siamo contro lo sgancio delle bombe ma nessuno si dimetterà“.
Smentita dunque la crisi, ma le frizioni createsi hanno irrigidito i rapporti tra il Pdl e il Carroccio.
Sulla questione è infatti intervenuto anche il ministro Maroni che ha dichiarato: “Il comportamento di Berlusconi è inspiegabile e a questo punto diventa inevitabile un nuovo passaggio parlamentare“.
Il nodo da sciogliere è infatti rappresentato dalla valutazione relativa al nuovo ruolo del nostro Paese.
Proprio sul versante delle opposizioni, si registra la divergenza tra Pd e Udc. I democratici, con Bersani, attaccano la scelta del Governo e promettono “un’azione a tutto campo per contrastare i giochetti della Lega, che flette la propria spada quando si avvicina a Berlusconi“.
I centristi, guidati da Casini, invece dichiarano di “condividere la scelta del Governo” ma auspicano “che non si ripetano le figuracce di questi giorni“.