La Festa dei Lavoratori, celebrata in molte nazioni il 1 Maggio di ogni anno, ha rappresentato in special modo quest’anno un monito per la politica, nel momento in cui la crisi occupazionale sta assumendo tinte drammatiche in tutta Italia, considerando che i dati dell’Istat non valorizzano a dovere, nel computo finale, il fenomeno della precarietà, dello sfruttamento previsto da queste nuove forme di contrattualizzazione inadeguate e di tanta gente che, sfiduciata, non cerca neanche più un’occupazione. Non c’è la richiesta di sovvenzioni o regali, ma solo di un lavoro, che è lo strumento per nobilitare un uomo e dargli un senso. Oggi, invece, sta diventando uno strumento di ricatto e si è costretti a lavorare gratis o ad accettare retribuzioni inique, perché di bisogno e di disoccupazione ce n’è in quantità industriale. Il lavoro insomma invece di nobilitare l’uomo, lo sta trasformando in un animale e di questo i politici devono occuparsi oggi, prima di ogni altra cosa.
La situazione attuale testimonia poi, ancora una volta, il perchè almeno due delle principali sigle sindacali (oltre che la maggior parte dei partiti politici), siano considerate dalla gente ormai alla stregua di partner della Confindustria.
I loro dirigenti, invece di frequentare i salotti buoni della televisione, dovrebbero ricominciare a lavorare sulla spinta dell’impegno di chi li ha preceduti parecchi anni orsono e che lottava anima e corpo soltanto per il bene dei lavoratori, ai quali hanno garantito diritti, solo dopo diversi anni di dure “battaglie”.

Ora tutto questa fatica, rischia di essere buttata al vento in poco tempo, dai politici e dalle associazioni sindacali attuali.
Il 1 Maggio di quest’anno allora è stato dedicato proprio a voi, politici e sindacalisti italiani, perchè facciate un passo indietro, mettendovi per una volta nei panni di tante persone le cui problematiche forse neanche riuscite ad intuire, nel chiuso dei vostro Palazzi dorati.





