Arriva il fisco gentile, ma chi ne gioverà?

Non si può dire che, a differenza di tanti altri del suo stesso Governo, il Ministro Tremonti non cerchi di mantenere le promesse. “Il diritto di dire non mi rompere più di tanto” queste le sue parole di circa un mese fa quando aveva lanciato strali contro opprimenti controlli fiscali, accessi e le visite alle imprese che a suo dire erano portatori di stress e occasioni di corruzione.  Oggi invece annuncia soddisfatto l’arrivo di una circolare dell’Agenzia delle Entrate per spiegare le sanzioni in cui incorrerà chi tra gli incaricati “esagera” con il proprio dovere.

La più alta carica dell’ente pubblico, il direttore generale Attilio Befera richiama i propri dipendenti ad un rapporto rispettoso con i contribuenti in una circolare datata 5 Maggio 2001: un vero e proprio fisco “politically correct”. I numerosi passaggi della missiva sono stati oggetto di attenzione e curiosità da parte della stampa. Grande importanza viene attribuita al “danno di immagine” in cui può incorrere l’ente e dal rischio di “apparentare l’azione del fisco a quella di estorsori”. Ecco quindi la novità: chi eccede sbaglia, e chi sbaglia paga. Il direttore Befera ricorda di aver già in passato fatto analoghi richiami ma che continuerebbero a pervenire numerose segnalazioni e reclami sull’operato troppo zelante degli ispettori.

Si entra anche nello specifico, spiegando che “se un accertamento non ha solido fondamento non va fatto” e si faccia attenzione a non si cercare a tutti i costi il pelo nell’uovo per giustificare una ispezione andata a vuoto. Sembra quasi di scorgere richiami ai rapporti umani più che di legge, quando si chiosa dicendo che se il contribuente ha dato prova di buona fede nel rapporto col Fisco, accanirsi nei suoi confronti significa venire meno ad obblighi morali. Ma tutto ciò diverrà un preciso regolamento a cui uniformarsi a pena sanzioni, non certo una semplice “moral suasion” ci tiene a precisare il Direttore.

Il finale sembra riecheggiare il cristiano: “non fare agli altri quello che non vuoi essere fatto a te” ecco infatti come termina la circolare: “La regola da seguire è in fondo molto semplice. E’  una regola di rispetto: comportiamoci tutti, come funzionari del Fisco, così come vorremmo essere tutti trattati come contribuenti.”

Se tutto ciò appare molto bello, auguriamoci che alla prova dei fatti sia anche “utile” e non un “grimaldello” per i numerosi imprenditori disonesti, e soprattutto che non rimangano solo parole in libertà.

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