Cuba annuncia svolta, ma reprime dissidente

Appena tre settimane fa, il VI Congresso del Partito Comunista di Cuba annunciava in pompa magna una sorta di svolta politica, con l’uscita dalle scene ufficiali di Fidel Castro, il lider maximo che tiene in pugno il potere dal 1959, anno della révolucion, e che aveva parzialmente ceduto al fratello Raoul nel 2006, a seguito di un ictus. Al Congresso si erano presentate alcune misure, che avrebbero dovuto rilanciare l’economia cubana dal disastro del comunismo (che ufficialmente non viene mai messo in discussione), oltre a tutta una serie di interventi, per avvicinare la dirigenza del partito e delle istituzioni alla società civile. La tanto declamata svolta si era poi risolta in un regalo ai vecchi dirigenti comunisti, che si sono auto-regalati ancora una decina di anni di potere, fissando in due il tetto massimo consecutivo di mandati. E per la vecchia guardia ultrasettantenne, che ancora oggi guida Cuba, più che un limite, ciò è semmai la speranza di galleggiare ancora per anni, prima di passare a miglior vita.

Già in quella occasione, molti dissidenti, che hanno dovuto per lo più riparare negli USA, per sfuggire al regime castrista, avevano messo in guardia dal riporre fiducia ne L’Avana, in quanto avevano avvertito che sotto la famiglia Castro nessun cambiamento e apertura sarebbero mai possibili.

E la cronaca degli ultimissimi giorni sembra dare loro drammaticamente ragione. Dopo la parata del primo maggio, in cui la retorica del regime castrista raggiunge il suo apice nel corso dell’anno, è stata arrestata una donna cubana, la dissidente politica Sara Martha Fonseca, moglie di Julio Ignacio Léon Pérez, famoso per essere uno degli oppositori più conosciuti a Cuba.

La donna sarebbe stata sottoposta a violenza verbale e fisica e condotta in un carcere. La sua colpa? Essere un’attivista per i diritti civili, a capo del Partito per i diritti umani di Cuba, e fare conoscere al mondo le crudeltà e le violenze che il regime comunista dei fratelli Castro commette quotidianamente.

Da anni, la donna, così come numerosi altri dissidenti politici, viene condotta in carcere, arrestata e intimidita. Sono molte le occasioni in cui la sua casa è fatta mira di lanci di oggetti, con rottura dei vetri delle finestre e cose simili, come tentativo di dissuaderla dal continuare la sua battaglia di libertà per Cuba.

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