Berlusconi sprona la Moratti al Palasharp, ma è tutto un Deja Vu

A leggere i resoconti del suo intervento vien quasi da dargli ragione. “Me ne frego” esordisce Silvio Berlusconi riferendosi agli attacchi provenienti dalla carta stampata e scaldando gli animi dei seimila partecipanti al Palasharp riunitisi per una iniziativa in sostegno di Letizia Moratti, Sindaco uscente di Milano. Sì, vien da dargli ragione perchè è forte il dubbio che esista un complotto dei giornalisti per copiare ed incollare, da anni, sempre le stesse dichiarazioni, sempre gli stessi slogan, sempre gli stessi pesanti affondi contro i suoi “nemici” storici, con poche variazioni sul tema a seconda dell’occasione.

Accolto da appalusi e cori da stadio in un Palasharp stracolmo di militanti e bandiere, Berlusconi tra il serio ed il faceto sfoggia un campione del suo celebre repertorio di barzellette “Vi racconto una storiella, è pulita e non so se vi piacerà. Racconta che una volta c’era un dittatore, un tiranno, un uomo che possedeva televisioni, i giornali e anche la squadra di calcio. A questo punto un bambino chiede e adesso? Adesso c’è ancora

Strano ma vero, anche un piccolo fuori programma riesce a provocare l’effetto Deja Vu. All’inizio del suo show, il cavaliere viene interrotto dalle grida di un contestatore, subito accompagnato via dalla security. Arriva la consueta risposta: “A noi liberali non passerebbe mai nella testa di andare a disturbare una comunicazione di un leader della sinistra nei confronti del suo popolo, questa è la dimostrazione di quanto siete illiberali”. Vi ricorda qualcosa?

Il premier si dice innanzitutto convinto che la Moratti sbaraglierà gli avversari al primo turno e del suo successo personale (in quanto candidato capolista) ritenendo il voto di Milano di fondamentale importanza per l’Italia. “Non possiamo immaginare che Milano cada nelle mani della sinistra e di un comunista” afferma, complimentandosi con il Sindaco ed i suoi collaboratori per il lavoro svolto finora. Attacchi invece a Giuliano Pisapia, candidato alla poltrona per il centrosinistra “un candidato sindaco da pazzi. Fino al 1998 Pisapia sedeva in Parlamento con Rifondazione comunista” e nonostante ciò accusa “hanno copiato con la carta carbone il programma della Moratti”.

A seguire l’elenco, la ben nota lista nera dei “cattivi” capitanata come sempre dai famigerati “Pubblici Ministeri della sinistra” ovvero il “cancro della democrazia”, autori di azioni “eversive” (ogni inchiesta giudiziaria ai suoi danni) che bisogna cercare di sconfiggere. Dai Pm alla Corte Costituzionale “nominata in maggioranza dai capi di Stato di sinistra” che secondo Berlusconi priva di fatto il popolo della sua sovranità, essendo un potente strumento in grado di abrogare le leggi votate a maggioranza dal Parlamento ma che “non piacciono ai Pm di sinistra”. Ce n’è anche per i nemici più recenti, gli esponenti di Fli, la formazione di Gianfranco Fini: “Gli ultimi sondaggi indicano che La Destra di Storace ha più voti di Futuro e libertà”. Berlusconi passa poi alle cose fatte e da fare rimanendo al Governo.

Sulla scuola precisa: “Io ho detto, e lo ripeto, che quando una famiglia ha la disavventura di imbattersi in insegnanti di sinistra, che con libri di testo di sinistra vogliono inculcare nei figli dei valori diversi, lo Stato deve sopperire e, attraverso il buono scuola, dare loro la possibilità di andare in una scuola privata.” Il Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini dalla primissima fila non fa mancare applausi a scena aperta.

Sulle intercettazioni, uno dei suoi chiodi fissi che però poco interessa, secondo i sondaggi, alla gente comune, torna ad agitare il consueto spauracchio: “Uno Stato dove uno che parla al telefono può essere spiato, è uno Stato che non tutela quel diritto fondamentale che è la privacy e perciò non è uno Stato democratico” e ribadisce la necessità di una immediata riforma.

Sull’immigrazione, levata di scudi contro l’invasione musulmana, incoraggiata, secondo Berlusconi, dai suoi avversari: “Nulla contro le altre religioni, ma non è giusto costruire moschee qui quando nei loro Paesi d’origine non si può neppure costruire una chiesa ” e “svela” la tattica degli avversari, ossia far arrivare milioni di immigrati per poi giovarne in termini di voti ricevuti dagli stessi.

Sul fisco accusa: “La sinistra vuole ridurre il debito pubblico mettendo una tassa sulla prima casa, ed una tassa patrimoniale. Noi che vogliamo uno stato libero non lo possiamo permettere”.

Berlusconi tranquillizza tutti i fans che le sue riforme si faranno, anche “grazie ai parlamentari del gruppo dei Responsabili, la terza gamba della maggioranza” e ricorda a tutti l’importanza di vincere bene queste elezioni amministrative per proseguire in serenità. Infine ricorda la festa della mamma: “Invidio chi ha ancora una mamma, ma in fondo ce l’ho anch’io e sono sicuro che la mia dall’alto mi guarda e mi protegge”.

L’unica affermazione che probabilmente non porterà le consuete polemiche.

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