GB, per Clegg brucia sconfitta referendum su legge elettorale

In Gran Bretagna le elezioni amministrative e il referendum dello scorso giovedì, chiamato il super-giovedì elettorale, hanno confermato l’aria che tira nel Paese. I LibDem escono fortemente sconfitti e ridimensionati, crescono i Labour, e i Tories riportano un discreto successo alle amministrative, nonchè un grande successo al referendum. I dati di quest’ultimo, che puntava a riformare la legge elettorale uninominale, passando a un sistema del cosiddetto “Alternative vote”, più proporzionale, rappresentano la più grande sconfitta che i liberaldemocratici sono costretti a ingoiare da decenni, visto che era per loro un cavallo di battaglia, una ragione di vita e di sostegno al governo di Cameron, naufragati in un 70% circa di no che hanno sbarrato la strada all’ascesa di Clegg, forse dichiarandone la morte politica. Sì, perchè Nick Clegg si giocava tutto in queste elezioni, che erano anche il primo test per valutare il consenso alla sua politica di sostegno al governo conservatore guidato da David Cameron.

Che l’aria non spirasse affatto bene per il partito dei terzi incomodi, lo si era capito da tempo, con una base sempre meno soddisfatta del governo dei Tories, il cui partito hanno sempre osteggiato, essendo i LibDem per cultura  una formazione più progressista che vicina alle posizioni conservatrici. Ma forse in pochi si aspettavano una batosta così grande in termini di no alla legge elettorale e di perdita di voti per le elezioni locali.

Gli stessi laburisti escono in chiaro-scuro dal test del super-giovedì perchè, pur avendo ottenuto un buon risultato alle amministrative, il loro leader Milliband aveva ufficialmente appoggiato la riforma elettorale di Clegg, per cui è costretto a stare dalla parte degli sconfitti.

Chi, invece, può essere soddisfatto di come siano andate le cose è certamente il partito conservatore dei Tories, che scampa il pericolo di una nuova legge elettorale, che di fatto avrebbe consegnato ciascun governo a trattative continue con le terze formazioni, cosa del tutto insolita in Gran Bretagna, e soprattutto ha ridimensionato le ambizioni e le aspettative degli alleati scomodi liberal, che pensavano di potere avanzare a discapito loro. Adesso, però, il governo rischia di naufragare proprio per le divisioni interne alla maggioranza, con i liberaldemocratici di Clegg che si sentono quasi presi in giro dai Tories, i veri e unici vincitori dell’ultima tornata.

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