Il ritorno dei R.E.M: Collapse Into Now

Musicalmente impegnati e animati sempre da fervore creativo, i R.E.M tornano con un nuovo album dopo l’ultima pubblicazione “Accelerate” del 2008 e dopo il successo del tour mondiale partito dagli Stati Uniti.

L’album è nato tra gli studi di Berlino, Nashville, e New Orleans in sole dodici settimane: è la prova che una band storica come la loro non si adagia sugli allori del successo, ma è capace sempre di reinventarsi e non deludere se il risultato è quello che ci permette di assaggiare il singolo “UBerlin” che ha anticipato il lavoro discografico, che per la band rock  statunitense è precisamente il quindicesimo. Il primo estratto è forse un richiamo ad una delle città che ha visto nascere l’album, ma leggendo il testo troviamo riversato un tema che ha sempre caratterizzato i testi e le sonorità della band: il tempo che scorre, la malinconia, la frenesia e i malesseri che ci vedono vittime inconsapevoli del tempo in cui viviamo. Hanno collaborato in musica e parole a questo album diversi e importanti artisti , come Patty Smith, Eddie Vedder e  Peaches.

Il bassista del gruppo, Mike Millis, ha definito questo album come un lavoro ricercato e sperato dalla band per cui rappresenta uno dei migliori dai tempi di “Out of  Time” targato 1991:brani energici si alternano a tempi ora malinconici ora tranquilli, sempre sul ritmo personale del rock firmato R.E.M.

La band nasce nel 1980, quando quattro studenti universitari di Athens firmano il loro primo live durante la festa di un’amica. Si fanno così chiamare “Rapid Eyes Movement”, per richiamare il mondo dei sogni nascosto nell’espressione medica da cui nasce il nome in arte dei R.E.M. Protagonisti della scena rock a cominciare dagli anni ’80 portando grandi sviluppi al genere indie-underground, hanno raggiunto un successo planetario di milioni di copie vendute.


Di seguito il video del singolo “UBerlin”, che si distacca decisamente dallo stile filmico dei vecchi video dei R.E.M, dove era privilegiata un’atmosfera popolata e fortemente malinconica in ambienti cittadini: stavolta c’è  la grande metropoli di sfondo ma l’espressione musicale si sposa con la danza di un giovane ragazzo alla ricerca di libera espressione e immaginazione, aspetti che come sottolineato nella canzone vengono messi ai margini nella società della fretta e della incomunicabilità.

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