Portogallo, aiuti UE a tassi di quasi il 6%

Non esistono pasti gratis, e di questo se ne sono resi conto sia la Grecia che l’Irlanda, che devono pagare gli interessi sui prestiti ottenuti, per evitare il default. La Grecia già da un anno si è vista applicare un tasso del 5% annuo, mentre l’Irlanda ha ottenuto i suoi 85 miliardi di euro fondamentali al salvataggio a tassi del 6%. Una differenza, che non ha mai soddisfatto Dublino, che chiede da inizio anno di rinegoziare gli interessi, al fine di renderli sostenibili e per evitare una ingiustificata differenza di trattamento con la Grecia, a loro modo di vedere.

E ieri il commissario per gli affari monetari, Olli Rehn, ha accontentato le richieste della ex Tigre celtica, confermando la riduzione dei tassi sui prestiti, la fine di agevolare lo stato, si fa sapere, a superare il suo debito elevato.

Certo, preoccupa che i Paesi appena salvati facciano persino i capricci sulle condizioni dei prestiti ottenuti, perchè è un indice di immaturità, che non aiuta di certo a creare quel consenso necessario in Europa a procedere con eventuali ulteriori salvataggi. Un tasso del 5-6% annuo, ad esempio, è ben inferiore a quello che avrebbero ottenuto sui mercati finanziari, in una situazione di fallimento certificato, dato il rischio elevatissimo.

E, intanto, anche per il Portogallo, ieri, sono giunte notizie sugli interessi sui prestiti da 75 miliardi di euro, che il Paese dovrebbe ottenere entro i primi di giugno, per potere affrontare i rimborsi previsti per 4,9 miliardi a metà di giugno. Sempre il commissario Olli Rehn ha confermato che il tasso per il Portogallo si dovrebbe collocare tra il 5,5% e il 6%, seguendo le linee applicate dal FMI, per questi casi.

 

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